Mobilità. Il futuro “pulito” viaggia su tre ruote: gas e idrogeno oltre all’elettrico

Sono metano e idrogeno le vere soluzioni per una mobilità pulita, moderna e sostenibile sia dal punto di vista ambientale sia da quello economico. Lo sostiene Marco Alverà, amministratore delegato di Snam, la principale utility del gas a livello europeo. Intervenendo a Milano al “Quattroruote Day”, manifestazione organizzata dal mensile specializzato e dedicata al mondo dell’automotive, Alverà ha descritto la transizione che ci attende come «indispensabile» visto che le case automobilistiche dovranno necessariamente ridurre le emissioni, contenendo al contempo i costi di produzione e d’utilizzo. Una sfida che l’Italia può affrontare stando in prima fila.

La scelta di scommettere ed investire nell’idrogeno è facilmente intuibile: «È l’elemento più abbondante dell’universo. È un vettore energetico che può essere prodotto usando fonti rinnovabili come il sole e il vento, può essere trasportato su lunghe distanze e stoccato anche per lunghi periodi utilizzando infrastrutture esistenti. E quando è usato come combustibile emette solo acqua», ha ricordato l’ad di Snam. «In Europa però – ha aggiunto – siamo schiacciati da una normativa sbagliata, che misura solo quello che avviene dal serbatoio alle ruote».

Alverà ha parlato dei costi che hanno rallentato la diffusione delle vetture fuel cell. «Produrre un barile di idrogeno costa 100 dollari, ma presto le nuove tecnologie permetteranno di ridurre il costo a 25. Il suo limite principale è che è ancora caro ma nei prossimi 7-10 anni potrebbe arrivare a costare come e meno del petrolio. Il suo vantaggio invece è che possiede i pregi dell’elettrico senza gli svantaggi di quest’ultimo, perchè spostarsi portandosi appresso centiniaia di chili della batteria non è efficace dal punto di vista energetico. La rivoluzione non inizierà dalle auto per via dell’enorme inerzia del settore, ma dall’industria: c’è già un mercato da 100 miliardi di dollari su scala mondiale, e le possibilità di crescita e di business di questa fonte energetica sono enormi».

Secondo le stime, nel 2050 circoleranno mezzo miliardo di auto a idrogeno. Un traguardo lontano, mentre le urgenze ambientali sono immediate. Anche l’auto elettrica, opzione già su strada, secondo Alverà «è una bellissima tecnologia, ma avrà tempi lunghi per affermarsi e in base alle previsioni potrà coprire al massimo il 50% del mercato. Resta dunque un 50% da decarbonizzare». Prima ancora dell’idrogeno perciò è il metano la possibile soluzione: costa la metà di diesel e benzina, ed emette la metà della CO2. «La sfida climatica dei prossimi anni – dice l’ad di Snam – si combatterà principalmente in Paesi come India e Cina, dove vengono ancora costruite nuove centrali a carbone per fornire energia elettrica che, paradossalmente, viene impiegata anche per alimentare le auto a batteria. La scelta di preferire i combustibili fossili deriva dal fatto che il gas è sempre stato un prodotto caro: nel 2006, la disponibilità residua era stata quantificata in 26 anni, fatto che ha portato alla triplicazione dei prezzi. Ma le aziende hanno iniziato a studiare nuove soluzioni per l’estrazione e la produzione e, di conseguenza, la vita residua di questo combustibile oggi è arrivata a 300 anni. Ora il metano costa meno della metà del petrolio, emette meno CO2, e i motori a gas non producono particolato. Quindi non peggiorano la qualità dell’aria, e rimettono i soldi in tasca a chi guida».

A oggi le auto alimentate a gas naturale in Italia sono circa 1 milione, con 1.380 stazioni di servizio attive. L’obiettivo di Snam, che nella mobilità sostenibile ha investito 100 milioni di euro al 2023 e 250 milioni per nuovi impianti di biometano, è di accrescere il numero di distributori per il rifornimento di metano, attraverso accordi con diversi operatori del settore.

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