Missione: mons. Lorizio (Pul), “il nocciolo” e “il nostro perché” è “la via dell’amore”

“Il nocciolo della missione cristiana, il perché del nostro essere missionari” è “la via dell’amore perché Dio è amore”. Ne è convinto mons. Giuseppe Lorizio, professore ordinario di Teologia fondamentale della Pontificia Università Lateranense (Pul), intervenuto questa sera al 9° Convegno nazionale dei direttori e delle equipe dei Centri missionari diocesani (Cmd) che si è aperto a Sacrofano (fino al 10 giugno). Dopo avere fatto riferimento al film “The young Pope” e avere mostrato un trailer di “Silence” di Martin Scorsese, riflettendo sulla Missio ad Gentes alla luce dell’Evangelii Gaudium, Lorizio ha preferito non indicare compiti, bensì suggerire atteggiamenti “per pensare e vivere la missione oggi in rapporto a chi non è ancora cristiano e a chi non lo è più (postcristianesimo)”. “Dobbiamo essere in grado di stipulare alleanze”, di “rimanere aggrappati alla tradizione (la radice che porta)”, e non dobbiamo dimenticare che “l’evangelizzazione passa sempre attraverso il rapporto interpersonale”, i primi tre. In particolare, con riferimento al terzo punto spiega: “La fede si trasmette solo nel dialogo interpersonale, ossia nell’incontro da persona a persona, attraverso lo sguardo e la parola, il gesto e l’atteggiamento di chi ha di fronte un altro con un nome e un volto profondamente inalienabili”. “Ancora una volta”, prosegue il teologo, la fede cristiana “è chiamata a svolgere un compito profetico nei confronti di ogni deriva ideologica” da cui “non sembra del tutto immune il processo socio-culturale della globalizzazione”.

sir