Missionari della «riconciliazione» al centro commerciale

Nella cittadina irlandese di Shannon, circa 10mila abitanti nell’area sudovest del Paese, il Giubileo straordinario della misericordia è iniziato con una iniziativa originale, che avrà sicuramente una seconda edizione nei prossimi mesi per il successo che ha riscosso fra la gente. Nei giorni scorsi una ventina di sacerdoti, fra i quali alcuni missionari redentoristi fondati nel 1732 da sant’Alfonso Maria de’ Liguori, hanno deciso di accogliere l’invito di papa Francesco a essere “Chiesa in uscita” mettendosi a disposizione delle persone in un centro commerciale della città.

Una delle tante “periferie” in cui «proclamare l’Anno della grazia, frutto della conversione e pentimento», spiegano i religiosi redentoristi, presenti in un’ottantina di Paesi e in Irlanda fin dal 1851, quando un gruppo arrivò per predicare una missione popolare nella cattedrale di Saint John a Limerick.

L’agenzia Catholic News Service ha raccontato con scatti e video come si è svolta questa particolare offerta di perdono e soprattutto di ascolto, chiamata «Mercy in the mall», letteralmente «Misericordia nel centro commerciale».

Guarda il video in inglese del Catholic News Service

Mentre un coro di bambini eseguiva canti natalizi, i missionari hanno esposto cartelli con lo slogan del Giubileo e in vari angoli dei vialetti di passaggio, circondati dai negozi, hanno atteso defilati su qualche sedia e tavolino chi volesse avvicinarsi.

Chi lo ha fatto per curiosità, chi per ricevere il Sacramento della Riconciliazione dopo molti anni, chi è rimasto sorpreso «dalla presenza dei sacerdoti che non offrivano un depliant per un contributo alla parrocchia» ma calendari gratuiti e, soprattutto, l’opportunità di chiedere perdono a Dio, fanno notare i redentoristi. Insomma, una testimonianza discreta ma visibile, angolini per le confessioni individuali, depliant e totem con la scritta «Merciful like the Father» (Misericordiosi come il Padre) e «All are welcome» (Siete tutti benvenuti). Per una Chiesa con le porte aperte, anzi spalancate, senza preclusioni.

Avvenire