Minori e sicurezza in rete: aumentano i rischi

Il convegno "pornografia, minori e sicurezza in rete" al Senato della Repubblica

vaticannews

In Italia il 53% dei bambini dai 6 ai dieci anni e l’84% degli adolescenti tra gli 11 e i 14 anni ha accesso ad internet. Un numero cresciuto in modo esponenziale negli ultimi dieci anni grazie alla diffusione degli smartphone e che aumenta la possibilità che i minori vengano a contatto con materiale sessualmente esplicito o siano vittime di pedofili senza scrupoli. Come evitare questi rischi è stato il tema del convegno “Pornografia, minori e sicurezza in rete”, promosso in Senato dal vicepresidente della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza Simone Pillon.

Una connessione continua e senza controllo

Cyberbullismo e sexting, cioè la diffusione di foto private via telefono sono due degli altri rischi connessi all’accesso incontrollato alla rete, con quest’ultimo fenomeno particolarmente grave in quanto in pochi click le immagini possono passare dalla chat private alla rete, da cui è praticamente impossibile toglierle. Laddove la possibilità di connettersi ad internet era infatti limitata al computer di casa, spesso a disposizione di tutta la famiglia, ora l’accesso via cellulare rende ancora più difficile il controllo da parte della famiglia.

L’illusione di essere al sicuro dietro uno schermo

L’adescamento di minori poi avviene negli ambienti virtuali più impensabili, come le chat dei giochi online, rendendo ancora più difficile proteggere i propri figli da questi pericoli, che sono in costante aumento. “La presenza di uno schermo isola dalla realtà esterna, creando una falsa illusione di anonimato”, spiega Nunzia Ciardi, direttore della Polizia postale e delle comunicazioni. “Si disinnesca così la questione etica e a poco possono funzionare gli interventi dell’autorità quando un sito può essere bloccato solo a livello nazionale ed è facilmente raggiungibile simulando l’accesso da un altro Paese”.

4 milioni di siti per adulti sul web

“L’Italia è il quarto Paese al mondo per accesso a siti per adulti”, spiega Massimo Gandolfini, neurochirurgo primario Fondazione poliambulanza di Brescia, che invita a non sottovalutare la dipendenza che può causare la pornografia nel cervello umano, in particolare degli adolescenti o addirittura dei bambini che accidentalmente vengono a contatto con quelle immagini. La pornografia è un’industria miliardaria fondata sullo sfruttamento, ribadisce poi don Aldo Bonaiuto, dell’associazione Papa Giovanni XXIII che da anni si occupa di aiutare le ragazze costrette a prostituirsi.

Educare all’affettività

“È necessaria una nuova educazione all’affettività e una maggiore presenza genitoriale”, spiega quindi Filomena Albano, autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza. Tra le soluzioni proposte durante il convegno un maggiore e filtro e una regolamentazione più severa per impedire ai minori l’accesso a contenuti pericolosi, anche con l’aiuto delle grandi aziende di comunicazione, mentre per i ragazzi più grandi un dialogo costante è preferibile ad un controllo diretto.