Messaggio del Vescovo Adriano per l’apertura della prima Casa della Carità in Albania

Domenica 2 settembre invito tutte le parrocchie a unire i cuori e le menti in un’ardente preghiera in preparazione all’apertura della prima Casa della Carità in Albania, a Lac-Vau Dejes, sede vescovile di Sapa, il 6 settembre, all’indomani della memoria molto cara agli albanesi della beata Teresa di Calcutta e alla vigilia della festa del nostro Santuario della B. Vergine della Ghiara. Ed è per questo che nel Santuario cittadino, nel medesimo giorno dell’inaugurazione, alle 18.30, presiederò la Messa di ringraziamento e di comunione con l’Ausiliare Lorenzo e una delegazione reggiana che saranno là presenti, insieme a Sr. Maria Grazia e a Sr. Rita, già arrivate nei giorni scorsi ad aprire la nuova Casa, ad accogliere i primi Ospiti e a coinvolgere nell’animazione il clero e i fedeli locali.
L’Albania è un Paese dove ogni religione ha subito una violenta persecuzione da parte di un regime che mirava a instaurare l’ateismo di Stato: per questo ha cercato di annientare la capacità di pensare e di provare sentimenti. Non vi è riuscito, perché lo Spirito Santo ha custodito la fede, la speranza e la carità in questi cristiani.
Nel cammino della Chiesa albanese, tuttavia, c’è come un vuoto, che corrisponde agli anni del regime: dal Dopoguerra fino all’inizio degli anni Novanta, lunghi anni di silenzio, il cui effetto devastante ho potuto vedere con i miei occhi nella mia prima visita nel 2001. Da poco il vento del Concilio Vaticano II ha raggiunto questi cristiani, aiutandoli a rivestire di nuovi significati quelle tradizioni e devozioni che, pur avendo garantito la sopravvivenza della fede nella prova, rischiano ora di frenarne la crescita verso la pienezza. Gesù stesso, nel Vangelo di questa Domenica, XXII del Tempo Ordinario, ci mette in guardia da una religiosità frutto di sola osservanza, per indicarci l’amore come pienezza della legge e vero culto al Padre (cfr. Marco 7,1-23).
Da vent’anni la nostra Diocesi cammina con la Chiesa sorella di Albania: in questo tempo si sono alternati diversi laici, il Diacono Antonio Ferretti e la moglie, due Sacerdoti, Don Carlo Fantini e ora Don Stefano Torelli. Il loro impegno è stato soprattutto nei confronti della Catechesi, della Liturgia, della celebrazione dei Sacramenti e della visita alle famiglie in un territorio vasto e montagnoso, condividendo l’intento del giovane vescovo Lucjan Avgustini di puntare per la rinascita delle comunità parrocchiali sulla formazione e la corresponsabilità dei laici (fu il tema dell’assemblea diocesana del settembre scorso, a cui portò il contributo anche il nostro Vicario per la formazione dei laici, mons. Giancarlo Gozzi) e sulla cura delle vocazioni sacerdotali.
Oggi alla nostra Chiesa è chiesto di fare un passo in più in questa linea e di donare una testimonianza di Carità: dall’Eucaristia celebrata all’Eucaristia vissuta, in particolare nel servizio ai più poveri e piccoli, amati e serviti come vero culto a Cristo. Il nostro cammino con la Chiesa albanese ci chiede oggi di “essere di quelli che mettono in pratica la Parola e non soltanto ascoltatori, illudendo noi stessi” (cfr. Giacomo 1,22, seconda lettura).
L’inizio della Casa della Carità nella parrocchia della Cattedrale di Lac-Vau Dejes — intitolata a quella figura luminosa che è la beata Madre Teresa — è dunque un piccolo segno perché queste comunità della Diocesi di Sapa possano “ri-leggere con il linguaggio delle Tre Mense”, la stessa vita di preghiera, sacramenti, opere di misericordia che come cristiani vivono da più di nove secoli (il 29 settembre, con il Legato pontificio, giungeranno al culmine i festeggiamenti per il 950° della Diocesi).
Una delle motivazioni che hanno spinto il Vescovo di Sapa e il parroco a chiedere insistentemente la Casa della Carità è donare ai giovani albanesi, esposti alla sfida della secolarizzazione, la possibilità di fortificarsi nella fede con il nutrimento della Carità.
La nostra Chiesa di Reggio Emilia-Guastalla, grata per il dono della Casa della Carità, ha la responsabilità di annunciare gratuitamente ciò che gratuitamente ha ricevuto dal Signore.
La condivisione e lo scambio dei doni fra Chiese sorelle ci aiuti a crescere in una fede sempre più pura e rinnovata.
+ Adriano, Vescovo
Reggio Emilia, 28 agosto 2012, memoria di sant’Agostino vescovo
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