Memoria di San Giovanni XXIII, Papa riformatore come Francesco

“Il Papa buono”, così veniva chiamato Giovanni XXIII e così è rimasto nel ricordo di tutti, credenti e non credenti. Di lui aveva colpito il sorriso bonario, la dolcezza della voce, le parole affettuose rivolte ai fedeli, come nel famoso ‘discorso della luna’: “Tornando a casa, troverete i bambini, date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa”.

Oggi la Chiesa festeggia San Giovanni XXIII. La data della memoria liturgica si riferisce al giorno in cui, nel 1962, Papa Roncalli apriva ufficialmente il Concilio Vaticano II. Francesco gli dedica il suo tweet di oggi: “Come San Giovanni XXIII, che ricordiamo oggi, diamo testimonianza alla Chiesa e al mondo della bontà di Dio e della sua misericordia”.
Di San Giovanni XXIII sui media si è tornati a parlare recentemente riguardo alla sua proclamazione a “Patrono dell’Esercito italiano”, a conclusione di un lavoro preparatorio durato 10 anni. Una scelta motivata dal fatto che la sua figura può offrire, ai cappellani militari e agli uomini in divisa, “una testimonianza evangelica di primo livello, anche in ordine alla pace e alla sua costruzione”.
Papa Roncalli rimarrà comunque nella storia come il Papa che, pur già anziano, ha avuto il coraggio, seguendo l’ispirazione dello Spirito Santo, di indire il Concilio Vaticano II, un evento che ha dato un volto nuovo a tutta la Chiesa cattolica. “È proprio il legame più forte, commenta Marco Roncalli, scrittore, giornalista, pronipote di Giovanni XXIII, è proprio il motivo per cui ricordiamo sempre questa figura nonostante il tempo che passa. È il Papa che ha voluto questo grandissimo evento per la Chiesa, preparato a lungo. Ogni tanto ci dimentichiamo che la stessa preparazione è stata più lunga, è durata 44 mesi, del tempo di durata del Concilio stesso. È stato veramente un momento in cui la Chiesa aveva l’opportunità di una grande svolta che appunto è stata accolta dal Pontefice, ma soprattutto da tutto l’episcopato mondiale che per la prima volta è stato davvero responsabilizzato, si è confrontato ed è stato invitato a collaborare alle scelte”.
Anche Papa Francesco è entrato subito in sintonia con la gente per il suo aspetto cordiale. Fin dal primo discorso ai fedeli in piazza san Pietro, subito dopo la sua elezione a Pontefice, con il suo “fratelli e sorelle buonasera”, ha fatto ricordare a molti Papa Roncalli. Ma ci sono altre somiglianze, più di sostanza, tra i due Pontefici. “Credo che Papa Giovanni e Papa Francesco riflettano la tenerezza di Dio, afferma padre Carlos Maria Galli, decano di teologia della Università Cattolica Argentina, entrambi all’inizio del pontificato hanno mostrato l’amore di Dio, un Dio che è ricco di misericordia. Giovanni XXIII nel Natale 1958, visitò il carcere romano di Regina Coeli; Papa Francesco lo visitò il giovedì santo del 2013. Nel 1962, all’inizio del Concilio Vaticano II, Papa Giovanni invitò ad usare la medicina della misericordia e abbandonare il bastone della severità. Nel 2013, durante il suo primo Angelus, Papa Francesco proclamò che Dio è misericordia e che non si stanca di perdonare. Un terzo esempio cita padre Galli: nel radiomessaggio all’inizio del Concilio Vaticano II, Papa Giovanni affermò che la Chiesa doveva essere la chiesa di tutti, ma soprattutto la Chiesa dei poveri. Noi sappiamo che Papa Francesco ha espresso il suo desiderio di una Chiesa povera e per i poveri”.
Credo che Francesco nella linea del Vangelo di Gesù, nella linea del Concilio Vaticano II – il Concilio di riforma della Chiesa -, nella linea di Papa Giovanni, una papa riformatore, conclude padre Galli, voglia portare la Chiesa verso la sfida di essere la Chiesa della tenerezza per questo ventunesimo secolo”.
da Radio Vaticana