Medici italiani in crisi, ma continuano a metterci il cuore

Burocratizzazione eccessiva, difficoltà a conciliare lavoro e vita privata, turni massacranti senza poter prendere ferie e in preda al senso di colpa se arriva una maternità o un’influenza che fa stare a casa. E allora, si sogna la fuga: verso il prepensionamento, l’estero, il privato. Eppure, alla domanda se potendo tornare indietro, rifarebbe il medico o l’odontoiatra, la risposta è un coro di ‘sì’. È la fotografia della crisi della professione medica che emerge dai risultati del sondaggio condotto dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Venezia, presentata nell’ambito del Convegno “Verso gli Stati generali… Medicina Meccanica 2.0: il medico e il suo non tempo”. L’indagine è stata condotta su un campione di 498 medici e odontoiatri volontari, per il 64% uomini e per il 60% con oltre 55 anni, per lo più dipendenti (35%), convenzionati (29%), liberi professionisti (24%), ma anche in via di inserimento professionale e pensionati. 

Quasi tutti gli intervistati ritengono che la loro professione sia in crisi (92%). In particolare, sono soprattutto i più giovani a percepire questo stato di cose (96% tra gli under 40, 93% sotto i 55 anni). Tuttavia, coloro i quali si trovano nel pieno della carriera manifestano un disagio maggiore (il 60% dei 41-55enni è molto d’accordo con l’affermazione). La crisi della professione medica è avvertita più dalle donne che dagli uomini. 

L’eccessiva burocratizzazione viene individuata quale prima causa, soprattutto dai più maturi. Inoltre, più della metà di medici e odontoiatri attribuisce una significativa responsabilità ai vincoli della medicina amministrata e all’inadeguato finanziamento del SSN. Per un giovane medico su tre, pesa la difficoltà di relazionarsi con il paziente. La quasi totalità dei medici (91%) ritiene che le modalità oggi richieste nello svolgimento della professione influiscano negativamente sulla vita privata. L’apice del disagio si riscontra nella fascia anagrafica centrale (41-55 anni). Anche nella professione medica e odontoiatrica.(ANSA).