Nuovi riti, tic, tabù nella vita digitale degli italiani. Gli utenti internet salgono al 78% – il 30 per cento in più in 10 anni – quelli che usano lo smartphone aumentano al 73% e quelli che frequentano i social arrivano al 72%, fra questi Whatsapp ne conquista il 67%, Facebook il 56% e You Tube il 51%.
Tv impera sugli altri media
La Tv resta comunque la regina dei media, cedono di poco quelle tradizionali, digitale terrestre (89%) e satellitare (41%) ma cresce la Tv in rete, web Tv e smart Tv salgono 30% e mobile Tv, che era appena all’1% nel 2007 arriva quasi al 26%. Aumentano pure al 17% gli utenti della Tv on demand, con punte del 29% tra i giovani sotto i 30 anni.
La Radio, che conta ancora su un utenza vicina all’80%, si attesta nel suo ruolo primario di ibridazione tra i vari media, vale a dire che il lieve calo dell’ascolto tradizionale (67%) – specie con l’autoradio – è compensato dall’ascolto on line con pc (17%) e smartphone (20%).
Il declino di libri e giornali
In forte declino si conferma tutto il settore cartaceo. Se i lettori di quotidiani sono risaliti di 1 punto e mezzo nel 2017 sono però quasi dimezzati in 10 anni, dal 67% al 37%. Perdite non compensate dalle testate on line che nello stesso periodo sono passate dal 21% al 26%. Da rilevare però che altri portali web d’informazione sono consultati dal 46% degli italiani. Restano poco letti ma stabili i settimanali al 30% e i mensili al 26%. E scendono ancora i lettori di libri: solo 4 italiani su 10 ne leggono almeno uno l’anno. E pochi restano i lettori di ebook, in calo e solo all’8%.
Triplicano gli smartphone
Riguardo i consumi spiccano gli acquisti di smartphone, triplicati dal 2007, con 6,2 miliardi di euro spesi nell’ultimo anno, ma anche acquisti di pc cresciuti del 50%. In totale i costi sostenuti per cellulari, servizi di telefonia e traffico dati sono stati di 23,7 miliardi di euro.
Messaggiare meglio che telefonare
Tra le nuove abitudini spicca quella di inviare messaggi di testo anziché telefonare, lo fa il 60% di chi possiede un cellulare e il 30% li manda vocali. O anche di controllare le notifiche appena svegli e prima di addormentarsi, un rito che accomuna metà degli italiani, così pure di controllare più volte al giorno le previsioni meteo. C’è poi l’ansia condivisa dal 37% di cercare subito una risposta in rete quando non si ricordano date, nomi, eventi…
Un altro aspetto particolare riguarda la comunicazione tra cittadini e istituzioni o Stato. C’è una spaccatura a metà tra chi giudica l’uso dei social in politica “utile” e “prezioso” e chi lo ritiene “inutile” e perfino “dannoso”.
La consapevolezza degli italiani
Ma quale consapevolezza hanno gli italiani della dieta mediatica digitale che hanno adottato? Sono preoccupati dei cambiamenti nella loro vita quotidiana, delle dipendenze on line, dei mutamenti nei rapporti sociali. Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis parla di una paura che sovrasta tutte le altre: