Maturità, quest’anno c’è un’ansia in più

Caro direttore, sia così comprensivo da consentirmi un intervento in materia d’esami scolastici. Alzi la mano chi non ha mai visto un bimbo settenne con la bisaroela! Bisaroela, nei dialetti lombardi, è quell’apertura rettangolare attraverso la quale le galline all’imbrunire si ritirano buone buone nel pollaio. Ma è anche, in senso figurato, quell’apertura che rimane nell’arcata dentaria del bambino, quando viene a cadere uno degli incisivi superiori. Che c’entra questo con gli esami scolastici? Di questi giorni è la notizia che con una sola bisaroela (un cinque in pagella, una sola casella vuota sottotraccia) il candidato non verrà ammesso agli esami di maturità. Perché dissento da detta regola? Perché immagino come andranno le cose. Quale consiglio dei professori, in sede di scrutinio, si sentirà di dare sentenza di morte a un allievo, magari con il sette di media, perché classificatosi sul cinque in una materia secondaria? Fatalmente si arriverà al sei "politico" per evitare tale sentenza di morte! E dopo il salvataggio come potrà concepirsi un’eventuale bocciatura alla maturità? Ci si pensi bene: la nuova norma in pratica "svuoterebbe" (renderebbe cioè pleonastici) gli esami di maturità! Ritengo che sarebbe molto più giusto e sensato scoprire le carte: dire cioè chiaro alla commissione d’esame che un candidato ha un quattro o un paio di cinque e lasciare poi il giudizio alla predetta commissione, essendo l’esame di maturità – come ogni esame – un momento di crescita, un momento di apprendimento (l’ultimo?), un momento "promozionale". Quanto alla bisaroela, io cambierei la regola, tollerando per l’ammissione un solo quattro oppure due cinque, ovvero due caselle vuote sottotraccia. Due caselle, non zero. sac. Bruno Bosatra, Milano – avvenire