Maria, cristiani e musulmani uniti nel suo amore

Una raffigurazione della Vergine Maria

Vatican news

La Vergine è ponte di dialogo tra cristiani e musulmani e via di reciproca comprensione. Lo racconta la storia poco conosciuta della chiesa del Khatisma (tradotto in italiano con ‘il riposo di Maria’) situata sulla strada che da Gerusalemme porta a Betlemme. Qui, dal sito archeologico che mostra la pianta ottagonale della chiesa, spunta una grande pietra sulla quale, secondo il protovangelo di Giacomo, Maria si riposò in una pausa del viaggio con Giuseppe verso Betlemme. Nel cammino di ritorno, Maria si volle fermare di nuovo nello stesso luogo e, come viene narrato dal vangelo apocrifo di Matteo, avvistata una palma carica di datteri espresse a Giuseppe il desiderio di mangiarne qualcuno. A quel punto, Giuseppe rispondendo a voce alta a Maria di non poter raggiungere i tanto agognati frutti, a causa dell’eccessiva altezza dell’albero, svegliò il neonato Gesù che ordinò alla palma di abbassare i suoi rami per nutrire la sua santa madre.

Uno stesso racconto in un Vangelo apocrifo e nel Corano 

Lo stesso racconto si può leggere nel Corano: quando Gesù nacque sotto la palma, a Maria apparve un angelo che le disse: scuoti l’albero e mangia i datteri. Nella tradizione islamica, i datteri aprono solennemente il Ramadan. Ed inoltre la palma rinvenuta nel mosaico del pavimento della chiesa del Khatisma è identica a quella rappresentata in alcuni quadri musulmani.

Cristiani e musulmani uniti dall’amore per Maria

La riscoperta di questa narrazione ha convinto fra Stefano Cecchin, presidente della Pontificia Accademia Mariana Internazionale, ad organizzare per il prossimo 13 maggio a Roma, presso la Pontificia Università Antonianum, una giornata di confronto tra cristiani e musulmani proprio sulla Vergine con il titolo ‘I datteri di Maria’. “Quello che ci unisce – dice fra Cecchin – è la preghiera. Nella dichiarazione di fratellanza firmata da Papa Francesco viene messo in luce un aspetto fondamentale: chi ci fa diventare tutti fratelli non è la nostra capacità, non è la nostra filantropia, ma la grazia di Dio. E’ un punto che lega oriente ed occidente, cristiani e musulmani. E la figura di Maria ci unisce proprio nella preghiera”.

Maria, la prima donna dell’Islam

Quale rapporto sussiste tra Maria e i musulmani? Fra Cecchin lo spiega partendo dal Corano: “ Esiste una sura (capitolo, ndr) tutta dedicata a Maria. L’ Islam difende la verginità di Maria, il concepimento verginale di Cristo, racconta che Maria è stata al tempio, è stata nutrita dagli angeli. C’è narrata tutta la dimensione di donna fedele. Maria per l’Islam è la donna più importante: poi vengono Fatima e la moglie del Faraone. Sono le tre grandi donne dell’Islam, la prima delle quali però è Maria”. Il presidente della Pontificia Accademia Mariana Internazionale cita poi una tradizione islamica che dimostra come la comprensione di Maria si avvicini molto a quella cristiana: “Questa tradizione vuole che tutti i bambini appena nati vengono toccati dal demonio: ciò non è capitato a Maria e a suo figlio Gesù che sono stati preservati con la benedizione dell’esorcismo. Dunque, anche loro credono che Maria non abbia mai avuto nessun peccato, neanche il peccato originale”. Per l’Islam Maria è l’immagine della vera musulmana.

Un confronto non solo con i musulmani

Padre Stefano Cecchin annuncia che questo tipo di confronto verrà sperimentato anche con gli induisti ed i buddisti. “Ad esempio, i rapporti che stiamo avendo con i buddisti sono molto interessanti. Anche perché raccontano di apparizioni mariane anche tra di loro”.