L’Ora della Madre: con Maria in attesa della Resurrezione

L'Ora della Madre a Santa Maria Maggiore

Nell’attesa della gioia della Veglia pasquale, oggi è la giornata del silenzio trepidante, che la Chiesa vive unitamente a Maria. Dal 1987 questo silenzio e questa attesa vengono ripercorsi nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma con una speciale celebrazione mariana denominata “L’Ora della Madre”, che questa mattina è stata presieduta dall’arciprete della Basilica papale, il cardinale Stanisław Ryłko. Un momento di preghiera da vivere in intimità, come spiega al microfono di Roberta Barbi il padre servita Salvatore Perrella, esperto mariologo da Radio Vaticana

R. – Oggi, Sabato Santo, la Chiesa è in silenzio, è in preghiera, è in cordoglio, è in attesa. Questi stati d’animo sono conformi allo stato d’animo di Colei che è la Madre del Crocifisso, dell’umiliato che risorgerà secondo le promesse di Dio. Celebrando questa “Ora della Madre”, nel giorno in cui la Chiesa liturgicamente è silente, la Liturgia sarà quella della notte, quella pasquale, nella quale noi celebriamo Colui che è stato ucciso, Colui che è disceso agli inferi e che, di sua sponte, risorgerà per essere speranza per tutti.

D. – Questa celebrazione è in qualche modo preparatoria alla Veglia della Notte Santa. Possiamo definirla un ponte tra la morte e la Risurrezione del Signore?

R. – Sì. Questa celebrazione dell’Ora della Madre in cui la Chiesa, i credenti hanno lo stesso cuore della Vergine, c’è il cordoglio per la morte, c’è la speranza per la promessa di risurrezione. Ecco perché si celebra l’Ora della Madre. La Chiesa la celebra nella speranza che Dio porterà a compimento l’opera che ha iniziato nel suo Cristo e lo facciamo con il cuore della Madre.

D. – Come il Venerdì Santo è “l’Ora di Cristo” che muore sulla Croce, la mattina del sabato è l’Ora della Madre che assieme all’umanità crede e spera nella Risurrezione. Maria, dunque, è un esempio della forza della fede contro ogni evidenza?

R. – L’Ora della Madre diventa l’Ora della Chiesa, l’Ora del credente, che come Maria attende il compimento delle promesse di Dio. Perciò la Chiesa non ha migliore esempio di come si attende la Risurrezione se non quello della Madre di Gesù, affidata a noi e noi abbiamo accolto Maria nell’esperienza di fede, soprattutto per imparare a credere e a vivere di fede.

D. – In questo momento di silenzio e raccoglimento, come si coniugano le tradizioni latina e bizantina da cui deriva questa celebrazione?

R. – Perché unica è la Madre, unica è la Maria di Nazareth, unica è la Theotókos. Pur nelle differenze rituali e nelle differenti sensibilità ecclesiali, la Chiesa di Oriente e la Chiesa di Occidente si uniscono nel nome dell’unica Madre che è Madre del Nato incarnato, che è Madre del Messia che viaggiava con il suo Vangelo, che è Madre dell’umiliato, Madre dell’esaltato, Madre di Colui che donerà lo Spirito Santo che rifarà nuova la Chiesa e la rifà ogni giorno.

Sabato Santo