“L’oca in fase 2”, le regole insegnate ai bambini

Dall'”oca in quarantena” all'”oca in fase 2″: è già pronto il nuovo gioco, altra rivisitazione del tradizionale “Gioco dell’oca”, per insegnare ai più piccoli i comportanti da tenere in vista della prossima “riapertura totale”, prevista per il 3 giugno, dopo le restrizioni imposte dal coronavirus.

Messo alle spalle il successo ottenuto con “l’oca in quarantena”, con tabellone e regole tradotti in più lingue (dal francese allo spagnolo, al portoghese) e pubblicato anche sul sito del Ministero della Salute, le studentesse del corso di laurea magistrale in Psicologia dell’ateneo Lumsa Maria Vittoria Bigliardo, Mirifique Icyimanishaka e Paola Mazzarone, ci riprovano. E, guidate dalla docente Paula Benevene e con l’aiuto del grafico Mario Libera, che ha regalato i disegni per il tabellone, hanno riadattato le caselle del tabellone alla “fase 2”. Proprio come avviene con il Gioco dell’oca, lanciando un dado, si salta di casella in casella, ciascuna che insegna ai più piccoli, assistiti dagli adulti, le regole previste per il dopo lockdown. Se si finisce nella casella “assembramento con amici” si torna indietro di due posizioni; se “hai portato la spesa agli anziani che ti vivono accanto” si raddoppia il tiro; “il naso fuori della mascherina non va bene”, dunque indietro di due caselle; avanti di una posizione se “indossi i guanti al supermercato”. E ancora avanti di due caselle se “hai fatto una donazione”; fermata di due turni se si incappa in un nuovo “focalaio epidemico”; punizione, con retromarcia di due caselle, se si è “in giro senza mascherina”. Vince chi arriva primo al traguardo della casella numero 60 dove il virus è finalmente sconfitto. Ma attenzione: il giocatore che lancia il dado e arriva al traguardo superando l’ultima casella deve tornare indietro di tante posizioni quanti sono i punti che eccedono il traguardo stesso.

Il tabellone sarà a disposizione di tutti, gratuitamente, sul sito della Lumsa. “Abbiamo pensato – Paolo Mazzarone, “portavoce” delle tre studentesse – ad uno strumento educativo per insegnare, attraverso il gioco e il divertimento, concetti e comportamenti altrimenti di difficile comprensione per i più piccoli. Perché è proprio rispettando le regole – tutti, grandi e piccoli – che si eviterà di mettere a repentaglio la vita propria e quella degli altri e si scongiurerà il ritorno alle misure più drastiche”. (ANSA).