Lo studio / Miyazaki, cartoni animati sui passi di papa Francesco

Possono i cartoni animati giapponesi aiutare a “leggere” l’enciclica Laudato si’ di papa Francesco? Viene da chiederselo se proviamo a guardare con un approccio che vada oltre l’emozione e l’estetica i film di Hayao Miyazaki, il maestro dell’animazione nipponica più conosciuto all’estero.

Dalla salvaguardia del creato allo sviluppo sostenibile, dai cambiamenti climatici al binomio pace e giustizia, dalla condanna dell’avidità alla critica per lo sfruttamento, le pellicole del 75enne regista di Tokyo che con La città incantata ha vinto l’Orso d’Oro a Berlino nel 2002 e l’Oscar nel 2003 raccontano numerose dimensioni che tornano nel documento di Bergoglio sulla “cura della casa comune”. «Benché si senta l’influenza delle pratiche folkroriche-animistiche, Miyazaki è un autore molto “francescano”, ossia vicino al santo di Assisi», spiega dal Giappone il saggista e critico cinematografico Matteo Boscarol, corrispondente per l’Asia del Lucca Film Festival e curatore del volume I mondi di Miyazaki (Mimesis; pagine 124; euro 12) che, come scrive nell’introduzione, analizza gli universi dell’autore nipponico da un punto di vista filosofico e religioso attraverso sette saggi (fra cui quelli del fisico Marco Casolino e dell’esperto di fumetti Andrea Fontana).

Dal libro emerge una sorta di orientamento “congiunto” fra il Papa argentino e il genio dei cartoon. «Sì – prosegue Boscarol – l’essere umano è per Miyazaki una parte del creato e quindi dovrebbe bilanciare la sua esistenza con quella delle altre forme di vita sulla terra e nell’universo e non espandere il suo desiderio di potere e controllo come un cancro o una peste nera. Spingendo il discorso ancora più avanti, si potrebbe dire che, secondo Miyazaki, l’uomo dovrebbe lasciare più spazio al resto del creato (in Principessa Mononoke, il film di maggiore incasso nella storia del Giappone, tutto sembra essere vivo) e cercare di mettersi con esso in contatto e risonanza. La scena finale di Nausicaä della valle del vento del 1984 quando la principessa viene salvata e resuscitata dagli Ohmu è, in questo senso, emblematica. O ancora, in un corto intitolato Il ragno d’acqua Monmon, il microcosmo di uno stagno e il ballo d’amore fra un ragno d’acqua e un altro insetto sono davvero al livello di un sonetto francescano».
Nel 2013 il regista ha annunciato il ritiro dalle scene facendo calare il sipario su una carriera iniziata nel 1963 che lega il suo nome allo Studio Ghibli, il polo di animazione da lui fondato a Tokyo nel 1985 insieme con il collega e mentore Isao Takahata. L’amore per “per sora nostra Matre Terra”, si direbbe con il Cantico delle creature del Poverello, è una delle costanti della filmografia di Miyazaki. Che va a braccetto con il “no” alla devastazione ambientale causata dall’inquinamento o con la cura degli ecosistemi la cui «perdita» viene censurata da Bergoglio. «Dal punto di vista pratico – afferma lo studioso – un concetto cui Miyazaki tiene molto è quello di satoyama che denota una zona fra i piedi della montagna e la pianura usata per coltivazioni di piccole dimensioni che mantiene intatta la diversità paesaggistica e biologica della foresta e delle zone circostanti. Un modo di fare agricoltura, il “marchio” umano per eccellenza, ma allo stesso tempo integrandosi con l’ambiente circostante e attivamente migliorandolo. Un’illustrazione magnifica di questo concetto si trova in Il mio vicino Totoro del 1988 la cui storia si svolge proprio in un ambiente del genere».

Anche papa Francesco chiede nell’enciclica di «programmare un’agricoltura sostenibile e diversificata». E si scaglia contro il «paradigma tecnocratico» che vede alla radice della crisi ecologica. Il regista del Sol Levante torna a più riprese sul ruolo della scienza e richiama a un’etica, ossia alla necessità che si considerino le conseguenze di scoperte e invenzioni. «Il tecnocrate sembra l’essere umano più disprezzato da Miyazaki – sottolinea Boscarol –. Spesso nei suoi film non c’è una divisione netta, disneyana, tra bene e male. L’unica eccezione è la figura del tecnocrate, uomo disumanizzato o uomo umano troppo umano a seconda dei punti di vista. Un esempio è il personaggio di Lepka nella serie Conan il ragazzo del futuro del 1978 che rappresenta la tecnocrazia al suo massimo livello».
Nella concezione del maestro il male nasce dall’egoismo dell’uomo che è portato all’avidità del potere. Lo testimonia il lungometraggio Nausicaä in cui l’impegno ecologista si sposa con la vocazione alla pace e con il biasimo delle derive militariste, come la tragedia atomica. «L’aereo in Si alza il vento, suo ultimo film del 2013, è per esempio un prodigio di estetica e aerodinamica ma anche un’arma dispensatrice di morte», concludere il critico. E il sogno di Miyazaki è che l’armonia trionfi su tutto perché da essa dipende l’equilibrio del mondo. È l’auspicio di papa Francesco che, proponendo un’ecologia integrale, indica nella pace connessa alla giustizia e alla fraternità la risposta alle disuguaglianze e alle violenze del mondo.

IL FISICO CASOLINO: «I “NO” SULLO SCHERMO A UNA SCIENZA SENZA FRENI»

«Inquinamento, cambiamenti climatici, equilibro degli ecosistemi sono argomenti affrontati sia nei film di Miyazaki, sia nell’enciclica Laudato si’, a testimonianza di come vi sia un’unità di vedute su questi temi». Marco Casolino, primo ricercatore all’Istituto nazionale di fisica nucleare, è in Giappone. Perché lavora anche al Riken, l’Istituto nipponico di ricerca chimica e fisica. Ed è un cultore del maestro giapponese. «Il rapporto tra uomo e natura è uno dei fulcri della filmografia di Miyazaki – afferma lo scienziato –. Dalle prime opere a quelle più recenti come Il castello errante di Howl, il regista ci pone davanti agli effetti devastanti degli abusi compiuti dall’uomo sull’ambiente. Se nella Laudato si’ papa Francesco mette in guardia da un uso indiscriminato delle scoperte scientifiche, nei suoi film Miyazaki ci trasporta in mondi in cui questo è già avvenuto con risultati catastrofici». Il Papa condanna il paradigma tecnocratico. «E se ne leggono le affinità con Miyazaki. Il monito è quello di un impiego della tecnologia senza alcun vincolo e senza un’educazione civile: ad esempio gli scienziati in Conan il ragazzo del futuro sono come ingenui bambini che si fanno manipolare per fini politici; in Nausicaä della valle del vento sono mutati in una casta incancrenita che sfrutta le proprie conoscenze». E il fisico prosegue: «Certo sia papa Francesco, sia Miyazaki non rigettano i progressi della tecnologia. Bergoglio scrive nell’enciclica: “Si può negare la bellezza di un aereo?”. È uno dei mezzi preferiti da Miyazaki che ha popolato i suoi mondi di splendide macchine volanti. Il cineasta ha sempre presente il potenziale uso bellico di questi strumenti. In Si alza il vento c’è al centro l’ingegnere aeronautico Horikoshi che progetta i formidabili caccia Zero per la guerra». Il Papa avverte che “non si addice di vivere sempre più sommersi da cemento”. E il regista critica la cementificazione. «La chiave di lettura è quella dello sviluppo sostenibile e dell’integrazione con la natura».

IL CRITICO FONTANA: «EROI DI PACE CHE EVOCANO L’ECOLOGIA INTEGRALE»

pace e salvaguardia del creato sono profondamente legati. Lo sostiene papa Bergoglio ed è quanto traspare dalle pellicole di Miyazaki. «Credo che proprio in questa relazione con il discorso di Francesco si giochino i parallelismi più importanti con l’impianto ideologico di Miyazaki», spiega Andrea Fontana, firma delle riviste Fumettologica e Segnocinema ma anche autore di numerosi volumi di cinema. «Il Pontefice – spiega – parla di una “radice umana della crisi ecologica”. E Miyazaki non prescinde dal legame fra purezza dell’animo e rispetto per l’ambiente. Il mio vicino Totoro è sicuramente un manifesto del pensiero ecologista del regista, ma già Conan il ragazzo del futuro e Nausicaä della valle del vento palesano come il rispetto ambientale sia parte integrante di un discorso politico più ampio». L’avidità del potere è una delle cause della guerra secondo il maestro nipponico. Anche il Papa ne fa esplicito riferimento. «Si tratta di un legame intrinseco all’idea di guerra – afferma Fontana –. Se le conseguenze delle azioni dei “cattivi” di Miyazaki sono la distruzione del mondo naturale, le motivazioni sono sempre dettate da un’avidità di potere: Kurotowa in Nausicaä, Muska in Laputa, Lady Eboshi inPrincipessa Mononoke sono accomunati da una sete di potere che li acceca drasticamente, rendendoli insensibili al deperimento del mondo e delle persone». Bergoglio ribadisce che la pace è qualcosa di più dell’assenza di guerra e richiede un’ecologia integrale. «Anche in Miyazaki è così – sottolinea Fontana –. I suoi personaggi-icone sono un faro per tutti proprio per una purezza interiore che coniuga integrità e ferma adesione a una politica personale. Soffrono, fisicamente e mentalmente, antepongono il prossimo e la cura ecologica dell’ambiente alla propria persona. Papa Francesco sottolinea la necessità di un’ecologia che sia anche economica, sociale, culturale. Non è quello che fanno i protagonisti dei film di Miyazaki?».

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