L’elicottero, la “Luna” e “Buonanotte”: ho pianto

Ho pianto come un bambino… e non lo sono più da tanti decenni. Quelle immagini dell’elicottero bianco che parte e sorvola Roma, la sua Roma, e San Giovanni, la sua Cattedrale, per arrivare su quel lago! Hai voglia a dire – anche con Lui, anche se nella fede è verissimo – che da sempre «è Cristo che regge la Chiesa», e in situazioni anche tremendamente più “difficili” (per usare una sua espressione) di oggi. Tutto vero, tutto biblico, tutto teologicamente perfetto, però… ho pianto come un bambino. Fino a quando si è detto «pellegrino», e poi «buonanotte». Fine delle lacrime. Ecco il lupus. Proprio a proposito. Ieri sul “Fatto” (p. 10) leggevo che quell’affermazione dell’ultima Udienza, e cioè che «è Cristo che guida la Chiesa… è una svolta epocale». Svolta? Ma no? Qualcuno ha scritto anche che la «sua» rinuncia «ha desacralizzato» il Papato. Ma no? Ma perché si fa finta di sapere tutto e invece o si ignora tanto, o lo si nasconde per calcolo? La rinuncia dell’11 febbraio ha messo l’accento sulla distinzione tra la persona umana del Papa e il ministero che gli è affidato. Era un altro 11, di ottobre però, e un altro «successore di Pietro», in quella sera visitata dalla Luna «affrettatasi a guardare lo spettacolo», disse: «La mia persona conta niente. È un fratello che parla a voi, un fratello divenuto padre per volontà di Nostro Signore…». E allora? Allora possiamo capirli, certi fratelli, e certi colleghi, che nel Papa vedono solo un prete che ha fatto carriera in mezzo agli altri, e quindi non capiscono che uno, se ragiona e guarda avanti, rimanga tranquillo perché in trasparenza vede (anche) un Altro… È proprio così. Sì! Però ho pianto, e adesso un po’ ricomincio… A domani.

Papa.san.pietro

a cura di Gianni Gennari – avvenire.it