L'economia cinese minaccia il primato statunitense

Pechino, 31. Questa volta "Banzai"! lo dicono loro. Con un ritmo di crescita a dir poco impressionante, la Cina ha superato il Giappone ed è diventata la seconda economia mondiale, subito dietro gli Stati Uniti. Lo ha annunciato ieri Yi Gang, numero uno dell’ufficio cambi. "La Cina – ha spiegato Yi in un’intervista alla rivista China Reforme, pubblicata sul sito internet dell’ufficio cambi – è la seconda economia mondiale". Una ricorsa lenta ma costante, che sta proiettando il Dragone sul palcoscenico dell’economia mondiale. Per giocare un ruolo da protagonista assoluto.
Già nel 2009 la Cina era sul punto di sorpassare il Giappone. Secondo una serie di previsioni della Banca mondiale, di Goldman Sachs e di molti altri, a seconda dell’andamento dei suoi tassi di cambio, Pechino potrebbe superare gli Stati Uniti e diventare la prima economia mondiale entro il 2025. Il prodotto interno lordo (pil) cinese da trent’anni è in rapida crescita, anche se il pil pro capite è ancora nettamente inferiore a quello di Usa e Giappone. "La Cina – ha detto Yi a chi gli chiedeva se ritenesse sia arrivato il momento per lo yuan di diventare una moneta internazionale – è un Paese emergente e dovremmo essere abbastanza accorti per sapere quello che facciamo".
Secondo l’agenzia che regola il valore della moneta, il pil cinese nel primo semestre del 2010 è cresciuto dell’11,1 per cento annuale e probabilmente salirà del nove per cento quest’anno. Dal Giappone, invece, solo segnali d’incertezza:  i dati sulla disoccupazione diffusi ieri hanno dimostrato un aumento della disoccupazione ai massimi da sette mesi, con un 5,3 per cento. La produzione industriale ha segnato una flessione dell’1,5 per cento a giugno, ben sotto le attese degli analisti che scommettevano su un più 0,2 per cento. Lo riporta il ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria precisando che il calo del mese è il maggiore da febbraio 2009. Commentando i dati di giugno, deludenti rispetto alle previsioni di mercato che puntavano su un indice sostanzialmente invariato, il ministero ha messo in guardia su "alcuni movimenti verso una situazione di stallo", pur confermando nel complesso il giudizio positivo sulla produzione industriale nazionale, che "continua a mostrare una tendenza al rialzo". I produttori manifatturieri si attendono un calo degli ordini dello 0,2 a luglio e una crescita del due per cento nel mese di agosto. Il premier Naoto Kan ha assicurato che gli obiettivi del suo Governo per il 2011 sono la crescita e l’occupazione. C’è quindi attesa per una manovra economica che sappia conciliare incentivi per le piccole imprese e le famiglie con la riduzione del debito pubblico.
Per Pechino, l’esatto opposto. Dal 1978 la Cina registra una crescita media del pil del 9,5 per cento, ma secondo l’agenzia dei cambi ora è il momento di rallentare un po’ la corsa e un risultato più equilibrato potrebbe essere una crescita compresa tra il sette e l’otto per cento per i prossimi dieci anni. La Aie, l’Agenzia internazionale dell’Energia, ha già detto la settimana scorsa che la Cina ha superato gli Stati Uniti come primo consumatore mondiale di energia. Nel 2005 la Cina ha superato Gran Bretagna e Francia nella classifica delle prime economie mondiali e nel 2007 si è attestata al terzo posto, superando la Germania.

(L’Osservatore Romano – 1 agosto 2010)