Le miserevoli vite condotte dai più

“Prenderò la Chiesa sul serio quando i suoi capi spirituali parleranno il linguaggio di tutti e vivranno anch’essi la vita pericolosa e miserabile condotta dai più”

 

E’ come se le difese si abbassassero, i volti parlassero senza parole e le parole dicessero senza finzioni.

Sarà forse questo caldo che infiacchisce e placa, ma in questi giorni mi sembra di incrociare per le strade un’umanità che chiede solo di essere ascoltata. Senza fretta. Che sembra non cercare altro che un “pozzo”, una piazzola di sosta, una zona d’ombra, un’inattesa frescura dove fermarsi e raccontarsi.

Mi tornano in mente quelle parole di Alberto Camus “prenderò la Chiesa sul serio quando i suoi capi spirituali parleranno il linguaggio di tutti e vivranno anch’ essi la vita pericolosa e miserabile condotta dai più”. La vita pericolosa e miserevole condotta dai più. E’ in questo cammino di storie, di umani misteri che la vita ci porta ogni giorno.

Parlando delle omelie dei preti il cardinale Silvano Piovanelli diceva che “le parole passano sopra la teste senza entrare nella vita, percuotono le orecchie senza toccare il cuore. Siamo maestri, e neppure bravi, ma non siamo testimoni. La gente ascolta ma non si convince e non cambia in conseguenza la propria vita”.

E noi, gli altri, quelli che le prediche le facciamo dai pulpiti social come chi qui scrive ? Parlare di meno, camminare di più. Scrivere meno, condividere meglio. Predicare meno, esplorare con più umiltà e stupore. Stare di più tra le pericolose e miserevoli vite condotte dai più. Pier Paolo Pasolini lo aveva capito: la tragedia è che non ci sono più esseri umani, ci sono strane macchine che sbattono l’una contro l’altra. Ho nostalgia della gente povera e vera che si batteva per abbattere quel padrone senza diventare quel padrone.

vinonuovo.it