Le caratteristiche della fede

di Filomena Fabbri

La fede è luce. Dio viene nel cuore dell’uomo per portare luce: “Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre” (Giovanni 12,46). La Rivelazione viene a cercare l’uomo sul suo stesso terreno, lo insegue nelle sue profondità interiori, quelle che molte volte egli sigilla per paura di essere vulnerabile. Dio ha voluto assumere la vita umana per far sentire ancora di più la sua vicinanza all’uomo.

Il Verbo si è fatto carne, si è sporcato di terra, ha toccato con mano tutte le situazioni che l’uomo vive ricordandogli che la natura umana non può fare a meno di amare e dare fiducia. Amare, infatti, significa dare fiducia, perché la vita è un continuo atto di fede. Un bambino quando nasce non può far nulla, se non dare fiducia, anelare alla sua mamma e al suo papà. Colui che crede, nell’accettare il dono della fede è rivestito di una luce nuova, è trasformato in una creatura nuova, diventa figlio nel Figlio.

La fede però non è un trofeo o un punto di arrivo; è invece un punto di partenza. Dal momento in cui si accoglie il dono della fede il cristiano comincia un cammino tutto nuovo, pieno di sorprese, dove non mancano nemmeno le difficoltà. La vera relazione che l’uomo stringe con Dio necessita di un dinamismo, di una continua conoscenza, di una continua scoperta, di un continuo affidarsi e abbandonarsi, di un continuo “esodo”: un’avventura condivisa che vede Dio agire con l’uomo e nell’uomo.

Per nutrie e rafforzare questa fede è necessario mantenere il cuore “vulnerabile” all’amore di Dio, non smettere di nutrirsi della Parola di Dio, dei sacramenti, della preghiera sia individuale sia comunitaria, per una crescita che porta alla santità della vita, a un amore che non è solo in verticale, ma anche in orizzontale, e cioè capace di abbracciare tutta l’umanità.

— La fede è una grazia. Quando san Pietro confessa che Gesù è “il Cristo, il Figlio del Dio vivente”, Gesù gli dice: “Né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli” (Matteo 16,17).

— La fede è un atto umano. “Non è contrario né alla libertà né all’intelligenza dell’uomo far credito a Dio e aderire alle verità da lui rivelate” (Catechismo della Chiesa cattolica n. 154). Nella fede, l’intelligenza e la volontà umane cooperano con la grazia divina.

— La fede è certa, più certa di ogni conoscenza umana, perché si fonda sulla Parola stessa di Dio, il quale non può mentire. “Non vi potrà mai essere vera divergenza tra fede e ragione: poiché lo stesso Dio che rivela i misteri e comunica la fede, ha anche deposto nello spirito umano il lume della ragione, questo Dio non potrebbe negare se stesso, né il vero contraddire il vero” (Concilio Vaticano I). “Perciò la ricerca metodica di ogni disciplina, se procede in maniera veramente scientifica e secondo le norme morali, non sarà mai in reale contrasto con la fede, perché le realtà profane e le realtà della fede hanno origine dal medesimo Dio” (Gaudium et spes n. 36).

— La fede è libera. Per essere umana, la risposta della fede data dall’uomo a Dio dev’essere volontaria: “Nessuno può essere costretto ad abbracciare la fede contro la sua volontà. Infatti l’atto di fede è volontario per sua stessa natura” (Dignitatis umane n. 10).

— La fede è inizio della vita eterna. Ci fa gustare come in anticipo la gioia e la luce della visione beatifica, fine del nostro pellegrinare. Allora vedremo Dio “faccia a faccia” (1Corinzi 13,12), “così come egli è” (1Giovanni 3,2).

sources: CREDERE