L’aula del silenzio

vinonuovo.it

“La meditazione ci insegna che più noi entriamo profondamente in un mistero di unità, più diventiamo realmente umani e compassionevoli” (John Main). 

Questa consapevolezza, rinforzata da molti anni di pratica meditativa, ha spinto Silvia, già responsabile del gruppo di meditazione Cristiana presso la Parrocchia “S. Cuore di Cristo Re” di Roma, a proporre anche ai “nostri” alunni del Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele II” una esperienza di silenzio a scuola.

Così, grazie anche alla felice intuizione di un ragazzo ormai ex-alunno, è nato il gruppo “Silen-siamoci” che si riunisce in un’aula scolastica mezz’ora alla settimana per fare silenzio insieme, utilizzando la pausa pranzo tra le lezioni della mattina e quelle del pomeriggio. Chiunque lo desideri può partecipare, purché osservi un paio di semplici regole: puntualità (non si può entrare se la meditazione è già iniziata) e reale silenzio.

Una musica soft proposta dagli alunni, poche righe di Maestri di diverse tradizioni spirituali  e un suono di campana tibetana introducono il gruppo nel silenzio e, alla fine, un altro suono indica che il tempo è terminato.

Ciò che ha colpito noi due adulte è stato il costante aumento dei partecipanti (sia alunni, sia colleghi) e la facilità e serietà nell’osservanza dell’orario e del silenzio assoluto. Abbiamo iniziato due anni fa con un gruppetto di 5 ragazzi e alla fine dello scorso anno avevamo superato i 20 partecipanti tra alunni e docenti.

Ci siamo rese conto che questa pratica di silenzio nasce da un’esigenza spirituale fortemente avvertita dai “nostri” alunni, sottoposti spesso a stress da prestazione, dovuto alle aspettative molto alte del contesto in cui crescono.

Siamo, infatti, convinte che il rumore che abbiamo costantemente fuori e, spesso, anche dentro di noi ostacoli la realizzazione in pienezza della persona umana e ciò influisca negativamente anche sulle relazioni che si instaurano all’interno della nostra comunità scolastica.

Il nostro sogno, quindi, sarebbe quello di riuscire ad ottenere nel nostro Istituto uno spazio permanente dove chiunque possa fare silenzio, in qualsiasi momento libero della propria permanenza a scuola.