L’anno di Klimt

Celebrato con mostre in tutta Europa il centocinquantenario della nascita

L’anno di Klimt

Il suo iperrealismo fuso con la ricerca geometrica aprì le porte all’astrazione

di Sandro Barbagallo

Il 2012 è l’anno di Gustav Klimt, almeno artisticamente parlando, perché per il centocinquantesimo anniversario della nascita ovunque in Europa lo si sta festeggiando con mostre e manifestazioni. A Vienna, ovviamente, dove otto musei hanno inaugurato esposizioni in suo onore, ma anche a Londra, Parigi, Berlino e Barcellona.
E’ uno degli artisti più amati dal grande pubblico. Un pittore che riesce nella propria arte a fondere i virtuosismi della grande accademia con le intuizioni di ricerche d’avanguardia che attraverseranno tutto il XX secolo.
La formazione presso la scuola di arti applicate si ispirava in modo molto ampio alla tradizione accademica classica. Infatti si studiavano non solo gessi, ma anche modelli dal vero che potevano essere utilizzati come personaggi storici in composizioni di ispirazione neoclassica. Eravamo, però, alla fine dell’Ottocento e in Francia maturava la grande rivoluzione impressionista. Al 1874, infatti, si fa risalire la prima mostra degli impressionisti nello studio del fotografo Nadar.
Gli impressionisti uscivano all’aria aperta, volevano raccontare la vita di ogni giorno, non volevano più dipingere né allegorie né episodi storici né tantomeno biblici. Invece Klimt e i suoi compagni di avventura artistica non temono di illustrare un mondo legato al passato che diventa innovativo, sebbene sotto la suggestione del gusto della Secessione viennese.
In Klimt l’immagine della figura iperrealista si fonde con una ricerca geometrica che prelude alle future istanze dell’astrazione. Non a caso risale al 1909 il primo acquerello astratto di Kandinsky e contemporaneamente la rivoluzione del cubismo francese, del futurismo italiano, del costruttivismo russo, che alimenteranno i movimenti d’avanguardia di tutto un secolo.

(©L’Osservatore Romano 19 agosto 2012)