Laicità su scala terremoti: tra debole e devastante

Laicità come terremoti: scala e diversi gradi. Ieri due estremi. Primo sul “Foglio” – p. 2: “Non solo Ferragosto” – dove il mio amico Angiolo Bandinelli indica già nel sommario «Le responsabilità della Chiesa nella clamorosa scomparsa dei migliori culti folkloristici». Per lui da noi nessuno sa più che il 15 agosto è festa dell’Assunta, mentre «nel Minnesota» lo sanno. Qui è «solo Ferragosto»! Ragiona, lui, ma sulla base confessata di perduranti confusioni tra Immacolata Concezione col Papa a Piazza di Spagna, Annunciazione e varie altre, e insiste: sull’Assunzione buio fitto. Beh! Caro Angiolo, se tu il 15 scorso fossi andato in qualche chiesa, o anche se avessi ascoltato l’Angelus di Benedetto XVI a mezzogiorno, avresti capito almeno due cose. Primo, che la festa dell’Assunta è ancora molto viva: celebrazioni, processioni, sagre, luminarie, anche tanta gente e tante catechesi semplici e vive. E poi – secondo – avresti forse finalmente capito che l’Assunta è festa nostra, di tutti i figli di uomo – e donna ovviamente – o anche, se proprio vuoi, che è “la caparra” del dono della futura risurrezione per tutti, una “cambiale” di eternità firmataci dall’Eterno. Fin qui laicità debole: scala bassa, quasi innocua e curabile. Incurabile invece sempre ieri quella esibita in prima sul “Secolo XIX” da «La filosofa Lalli»: «Dirsi da qui all’eternità oggi non è più sincero». Sommario perentorio: «Per la studiosa tutti dovrebbero poter scegliere, anche le coppie gay». Matrimonio per sempre? Ma scherziamo? Tra uomo e donna? Ma «a te Stato, cosa importa se io sposo una donna?» Insomma: «L’indissolubilità di una scelta è un po’ fuori misura oggi». Laicità? Qui grado devastante: unica “protezione civile” nel piccolo «un po’» finale. Dicono che i laici si riconoscono dai dubbi: un giudizio «fuori misura»!
a cura di Gianni Gennari – avvenire.it