L’adozione a distanza: 10.000 chilometri d’amore

Un piccolo miracolo, nella giungla della Cambogia, che restituisce un’esistenza più serena a bambini e adolescenti orfani e sieropositivi. E’ questo l’Our Village, struttura residenziale situata nella provincia di Kempong Speu, pochi chilometri a sud della capitale Phnom Penh.

La Cambogia, 139esima su 189 Paesi nell’indice di sviluppo umano, conta decine di migliaia di donne sieropositive; tante sono decedute lasciando i figli in balia di un destino spesso già scritto.

Perché essere orfani e sieropositivi, in Cambogia, può voler rappresentare una condanna senza appello. Ma anche per quei bambini che, pur essendo positivi, una famiglia ce l’hanno, l’esistenza è un inferno. Perché, prima o poi, anche a loro potrà capitare di essere abbandonati. Scaricati per la vergogna. Una delle realtà più significative operanti su questo versante nel Paese è l’Ong Nhcc (New Hope for Cambodian Children). L’organismo è stato fondato dai missionari laici statunitensi John e Kathy Tucker. John, texano di ferro, con una lunga e fortunata esperienza nell’alta finanza a stelle e strisce, ha abbandonato ogni interesse negli Usa per fondare, tra il 2007 e il 2009, l’Our Village che si estende per circa 7 ettari ed ospita oggi 240 bambini e ragazzi.

Questa straordinaria opera viene sostenuta dall’Italia grazie alla Fondazione “aiutare i bambini” di Milano (www.aiutareibambini.it), attraverso un progetto di adozione a distanza pluriennale rivolto a 150 tra bambini più piccoli ospitati nel centro. Nel reportage video, realizzato da Vito Salinaro, con la fotografia e il montaggio di Francesco Giase, viene descritta la realtà dell’Our Village, alla quale l’inserto mensile di Avvenire, “Noi genitori & figli”, in edicola domenica 22 dicembre, riserva un ampio servizio.

Vito Salinaro e Francesco Giase – avvenire.it