L’abbecedario della Bibbia. Da acqua a zaffiro

Un esercizio divulgativo al tempo stesso di cultura biblica e di spiritualità cristiana, quello in cui si cimenta padre Francesco Patton, dal suo osservatorio privilegiato di Gerusalemme in questo piccolo libro, la cui ricchezza è inversamente proporzionale al suo formato.

Padre Patton, ormai da più di quattro anni custode di Terra Santa, ha scelto infatti la strada leggera e profonda del lexicon per introdurci alle figure ricorrenti nelle Sacre Scritture. Il libro Abbecedario biblico. Nutrirsi delle Scritture dall’ A alla Z (Milano, Terra Santa, 2020, pagine 96, euro 12), impreziosito dalla presentazione del neo patriarca di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, presenta 21 voci, una per ognuna lettera dell’alfabeto, che da acqua a zaffiro, passando per casa, deserto, libro, mare, quaglie, ulivo, e così via ci introduce nel dettaglio di quei simboli che l’agiografo non scelse a caso, ma osservando con occhio attento la natura intorno a lui e la sua imprescindibile relazione con il Divino.

Per ogni voce Patton scorre le citazioni principali nelle Scritture, ne indaga i significati simbolici o allegorici, e propone un pensiero, una riflessione su quanto la Parola è in grado di dirci ancora oggi. «Una piccola enciclopedia di sapienza biblica» , la definisce il patriarca, e invero il libro sa porsi, oltre il suo carattere immediato divulgativo, come spunto per molteplici meditazioni spirituali, divenendo così utilmente fruibile anche per il lettore più preparato ed esigente. Sicuramente il volume, che originariamente era stato pensato per un pubblico ristretto (i francescani secolari del Trentino, terra di provenienza del custode), nell’esperienza che padre Patton sta ormai vivendo da anni nei luoghi del “Quinto Vangelo” ha acquisito un’altra luce e un’altra ampiezza. Il che lo rende particolarmente utile a chi si appresta a cogliere le risonanze più autentiche e profonde del viaggio in Terra Santa: «Se tutta la realtà è simbolica, proviamo ad aprire gli occhi, proviamo ad andare oltre le apparenze, proviamo a riflettere su quello che ci sta attorno, ma — soprattutto — su quel che ci sta dentro». Un abbecedario che diviene esercizio spirituale.

di Roberto Cetera