La spiritualità del quotidiano

di Maurizio Tripi

ROMA, sabato, 17 aprile 2010 (ZENIT.org).- Il libro “Il discernimento. Teoria e prassi” (Paoline edizioni) di padre Pietro Schiavone è “uno studio completo, ricco e profondo (…) un’arte complessa ma necessaria per non cedere alle aggressioni del soggettivismo e del relativismo”.

Così precisa nella prefazione, al libro, il Cardinale Salvatore De Giorgi, Presidente della Federazione Italiana Esercizi Spirituali.

Frutto di anni di ricerca e insegnamento, di direzione spirituale e pratica pastorale, il volume offre, fin dalle prime pagine, un’ampia chiarificazione dell’espressione “discernimento degli spiriti”, soffermandosi a lungo sul significato del termine “discrezione” ed esponendo le finalità, l’importanza e l’attualità dell’argomento, sia per la vita spirituale personale che per l’opera di evangelizzazione.

Molti i riferimenti al Magistero e soprattutto ai grandi dottori e mistici della storia della spiritualità, con un posto particolare riservato a Ignazio di Loyola, con i suoi Esercizi Spirituali.

Il Cardinale De Giorgi ha presentato Pietro Schiavone al Santo Padre Benedetto XVI come “degno discepolo di sant’Ignazio e insigne maestro di Esercizi Spirituali”.

“Lo dicevo – ha scritto il porporato – con motivata convinzione e con gratitudine per il notevole e prezioso contributo che padre Pietro ha dato, dà e darà alla promozione degli Esercizi Spirituali secondo sant’Ignazio”.

Pietro Schiavone è infatti uno dei massimi esperti in assoluto dell’argomento. Ed il libro appena pubblicato è considerata “l’opera più completa sul discernimento”.

Il volume è particolarmente indirizzato a quanti guidano Esercizi Spirituali, docenti e studenti di teologia spirituale, o a quanti vogliono semplicemente accostarsi agli Esercizi ignaziani.

Per approfondire un tema così interessante ZENIT ha intervistato padre Schiavone.

Padre, il suo libro si può definire uno studio completo, ricco e profondo sul “discernimento”. Ci può dare, in sintesi, una definizione di questo termine?

Schiavone: Con discernimento si intende il vagliare ogni cosa per tenere ciò che è buono e astenersi da ogni specie di male. In particolare: dobbiamo distinguere tra discernimento spirituale e discernimento delle mozioni degli spiriti. Il primo consiste nella ricerca delle motivazioni a favore e/o contrarie a una scelta. L’aggettivo spirituale si riferisce al necessario collegamento con lo Spirito Santo e, quindi, all’attenzione alle motivazioni che hanno rapporto con la gloria di Dio e la promozione umana integrale. Motivazioni di ordine economico, finanziario, psicologico… hanno un loro posto, ma quello che deve essere preso in più seria considerazione è l’edificazione del Corpo mistico e la costruzione della città terrena. Il discernimento delle mozioni degli spiriti riguarda le sollecitazioni che le forze di bene e di male, operano in noi per rasserenare e distendere (consolazione), oppure agitare e scoraggiare (desolazione).

Si dice che il discernimento sia un’arte difficile da apprendere e riservata agli addetti ai lavori. È vero? Si può sfatare questa idea?

Schiavone: I padri e le madri spirituali, i superiori e le superiore, i responsabili di formazione, chiunque altro preposto al governo di una diocesi, di una parrocchia, di una comunità e anche di una famiglia, di un ente, di un ufficio, non possono non rendersi conto del perché di una scelta. Si consideri il caso: di chi deve scegliere la facoltà universitaria, la scuola di specializzazione, il mestiere; di chi bussa alle porte di un seminario o di un noviziato; di chi intende sposarsi, iscriversi a un’associazione di volontariato, prestare un servizio che richiede particolare impegno.

In un mondo sempre più globalizzato perché si rende sempre più necessaria la pratica del discernimento?

Schiamone: Per vivere effettivamente da persone adulte e mature, per essere fedeli agli impegni, per impostare la propria, unica vita non sul capriccio e sull’istinto, ma su motivazioni che danno senso e sapore all’esistenza, che, quindi, realizzano, che fanno affrontare con maggiore speranza di riuscita le inevitabili difficoltà.

Quando e perché fare discernimento?

Schiavone: Quando? Soprattutto in caso di scelte di maggiore importanza, che impegnano per un periodo prolungato, a maggior ragione se per tutta la vita. Perché? Chiamati a prestare culto spirituale a Dio, dobbiamo offrire quello che è a Lui gradito, dobbiamo, cioè, “farne”, con e nella vita, la volontà. Evidentemente dopo averla cercata e trovata. Per mezzo del discernimento.

Si può imparare da soli ad apprendere l’arte del discernimento oppure c’è bisogno di una guida?

Schiavone: Dotati di intelligenza, dobbiamo, tutti, riflettere e ragionare, motivare e scegliere. Non a caso si parla di età della discrezione, di capacità di associare, paragonare, considerare vantaggi e svantaggi. Questo richiede che si vada a scuola e che si studi, che si facciano esercizi di analisi

logica e grammaticale, di matematica e di traduzione. A maggior ragione nel caso di discernimento delle mozioni. Anche perché si può prendere per ispirazione, illuminazione (e anche apparizione e rivelazione!) di Dio quanto, invece, è o capriccio umano (vanagloria, malizia, tornaconto), o frutto di fantasia, o, peggio, azione di spirito cattivo, che, come scrive Paolo, si maschera da angelo di luce; o di quel mondo che propone principi e modelli antievangelici.

A chi consiglia questo suo studio, frutto di anni di ricerca, di insegnamento?

Schiavone: Oltre a quelli elencati nella risposta alla seconda domanda, lo consiglierei a tutti, a condizione che si abbia un minimo di cultura. Per il semplice fatto che tutti dovremmo essere più attenti a operare scelte a occhi aperti e, come si suole dire, a ragion veduta.

La sua esperienza pastorale cosa le ha insegnato? Di che cosa hanno bisogno l’uomo e la donna di oggi?

Schiavone: Di ragionare, riflettere, capire, agire con consapevolezza e convinzione, da una parte; di dare spazio, dall’altra, all’affettività spirituale: per percepire i “tocchi dello Spirito” (le consolazioni e le desolazioni) e decifrare questo “linguaggio di Dio nella sua conversazione con l’anima".

Può elencare i punti indispensabili da tener presente quando si deve decidere su qualcosa di importante?

Schiavone: Dio è Padre e, come tutti i “papà” (si ricordi che Gesù ci ha insegnato di chiamarlo Abbà!), ha un suo sogno per ciascuno dei suoi figli; lo Spirito del Padre e del Figlio è sempre amorosamente presente e sempre agisce per aprirci a questa paterna, realizzante volontà; esistono altre forze di bene, e anche di male, che operano per portare, rispettivamente, su vie di bene o di male; lasciarsi condurre dallo Spirito di Amore, collaborare con Lui e responsabilmente operare scelte di vita; sintonizzarsi con il Signore Gesù, che della volontà del Padre ha fatto la sua ragion d’essere, tenendo conto della propria spiritualità (carisma) come vissuta e trasmessa dal proprio protettore e/o fondatore; mettersi sotto la protezione della Madonna dell’Annunciazione, virgo prudens, meglio discernens.

Dove e come allenarci al discernimento?

Schiavone: La palestra che meglio inizia ai due tipi di discernimento sono gli Esercizi Spirituali. Si veda quanto ho riportato a p.24: “Non pochi pensatori cristiani hanno elaborato criteri di discernimento, ma Ignazio sta al ‘vertice di questi tentativi’” (Boros). Ritengo di potere affermare che filo conduttore dello studio è Rm 12,1-2: “Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto”. Faccio, infine, notare che lo studio esamina anche le classiche regole di discernimento che il Santo di Loyola pone alla fine degli Esercizi.