La sfida dell’accoglienza L’editoriale de La Libertà del 5 settembre è l’intervista al vescovo Massimo sul dramma dei migranti

Con questa copertina che saluta la ripresa delle pubblicazioni dopo la pausa d’agosto invochiamo la Beata Vergine della Ghiara come Madre di Misericordia, guardando all’Anno santo straordinario che si aprirà fra tre mesi e sempre più allibiti per le stragi di migranti, inghiottiti dal “Mare Monstrum”, asfissiati nelle stive o nei camion, fatti fuori da trafficanti e guerriglieri senza scrupoli sulle rotte, di terra o di mare, che per quella povera gente dovevano rappresentare viaggi della speranza. Come si fa a non provare pietà davanti alle immagini di quei corpi galleggianti, sfiniti, senza vita, di donne, uomini e bambini, reiterate con dolorosa impotenza dalla tv e dai social media?PRIMAPAGINAnro05092015
Purtroppo una buona fetta dell’opinione pubblica, italiana ed europea, continua a esprimere una sorta di impermeabilità, non vogliamo dire indifferenza, dinanzi all’acuirsi del fenomeno migratorio. Forse nell’illusione che passi la nottata, che ci si possa risvegliare domattina da quest’incubo di massa. Ma non sarà questione di un giorno, di una stagione o di un anno. “Stiamo assistendo a un tornante della storia”, ci ha detto il Vescovo rispondendo ad alcune domande de La Libertà sulla tragica attualità di quest’estate.
Prima di dargli la parola, sottolineiamo l’importanza della posta in gioco: il futuro della nostra Europa, della legalità e della pacifica convivenza tra i popoli. E la certezza che l’accoglienza è figlia della Misericordia a cui il Papa ci chiede di aggrapparci, sapendo che le nostre forze e anche la nostra capacità di compassione per una marea di fratelli che rischiano la vita con traversate pericolose sono limitate e fragili.
Sappiamo anche che ci sono responsabilità politiche superiori – del Nord nei confronti del Sud del mondo, e dell’Ovest nei confronti dell’Est – che vanno risvegliate e reclamate attraverso un’opinione pubblicata informata e partecipe.

Don Massimo, non si fermano le sciagure che coinvolgono i migranti imbarcati sulle tratte balcaniche e libiche. Che giudizio trarne?
Ormai è davanti agli occhi di tutti, stiamo assistendo a un tornante della storia. Questo è importante da considerare: la storia vive di cambiamenti, ma ci sono alcuni cambiamenti epocali che io chiamerei appunto tornanti. Se pensiamo che dall’inizio di quest’anno a oggi sono 300.000 i profughi che hanno attraversato il Mare Mediterraneo ci rendiamo conto delle dimensioni di questo fenomeno.

laliberta.info