La prima volta di un Pontefice in Africa

di Francis Arinze

“Paolo VI e la Chiesa in Africa” è stato il tema dell’incontro organizzato dall’Istituto Paolo VI di Brescia, il Centro internazionale di studi e documentazione sulla vita e il magistero del Pontefice, insieme alla University of Eastern Africa di Nairobi in Kenya che ha ospitato l’iniziativa svoltasi l’1 e il 2 agosto.
Paolo VI, recatosi in Uganda dal 31 luglio al 2 agosto 1969, è stato il primo Papa a visitare la Chiesa in Africa, impegnandosi per la sua crescita e invitando tutti i suoi componenti a partecipare a una nuova “inculturazione” della fede cristiana. Varie sono state al convegno le riflessioni di cardinali e presuli. Di seguito pubblichiamo ampi stralci dell’intervento del cardinale prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.

Papa Paolo VI era molto attento all’episcopato africano. La sua stessa visita a Kampala, Uganda, nel 1969, può essere considerata una pietra miliare fondamentale nei suoi rapporti con l’episcopato africano. Il giorno stesso del suo arrivo a Kampala inaugurò il Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar (Secam) e fece il suo discorso memorabile ai vescovi dell’Africa, nel quale, tra le altre cose, dichiarò: “Voi Africani siete oramai i missionari di voi stessi. La Chiesa di Cristo è davvero piantata in questa terra benedetta”. Continuò col dire che, riguardo all’adattamento del Vangelo e della Chiesa alla cultura africana, una volta che la fede è genuinamente cattolica e immutata, “voi potete e dovete avere un cristianesimo africano”. Io ho avuto la gioia di essere presente a quell’evento. Si percepiva una potenza divina pentecostale ed elettrizzante nella cattedrale di Kampala quando il Papa fece la sua allocuzione.
Il giorno seguente, il Santo Padre ordinò dodici vescovi per vari Paesi africani. Diede loro e a tutti i vescovi dell’Africa un grande incoraggiamento per andare avanti vigorosamente con la missione di evangelizzazione: “Andate avanti con metodo e coraggio nella consapevolezza del vostro grande compito: quello di costruire la Chiesa”. Durante la visita il Papa consacrò l’altare al Santuario dei ventidue martiri ugandesi, incontrò i vescovi anglicani ugandesi, indirizzò un discorso di grande forza al presidente del Paese, visitò presidenti e notabili, nonché i malati in ospedale, e parlò a sacerdoti, religiosi e fedeli laici. Nel complesso, la visita papale in Uganda fu per i vescovi dell’Africa un messaggio, una pietra miliare e un segno di amore, che Paolo VI coltivò per l’Africa.

(©L’Osservatore Romano 8 agosto 2012)