La pedagogia dei percorsi giovanili. Quanti passi verso Roma

Tutte le strade portano a Roma, recita l’antico adagio. E mai come in questo inizio di agosto il vecchio proverbio traduce bene l’immagine dell’«esercito pacifico» dei giovani italiani (la definizione è del presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti) in cammino verso il Circo Massimo, dove sabato pomeriggio incontreranno il Papa, nell’ambito di una intensa due giorni romana in preparazione al Sinodo di ottobre. Cammino, pellegrinaggio, sinodo appunto (nel senso di “cammino fatto insieme”, come è nell’etimologia del termine) sono alla base dell’iniziativa della Chiesa italiana, spiegata ieri in conferenza stampa. Ma nelle centinaia di itinerari, che si stendono in questi giorni come una variopinta e gioiosa ragnatela sull’intera Penisola, c’è un elemento di novità che, a ben vedere, costituisce probabilmente la cifra interpretativa più autentica di tutto il cammino. Non sono poche, infatti, le diocesi che hanno voluto inserire accanto ai tradizionali pellegrinaggi aventi come meta “luoghi di pietra”, anche e soprattutto “luoghi di carne”. “Santuari”, questi ultimi, non meno importanti dei primi, dove ogni giorno si celebra la dolorosa “liturgia” della purtroppo ancora multiforme sofferenza umana e dove, come ricorda fin dall’inizio del suo pontificato, papa Bergoglio, ogni cristiano è chiamato a versare concretamente l’olio della misericordia.


I giovani della metropolia di Napoli andranno al carcere minorile di Nisida
mentre la metropolia di Fermo visiterà i luoghi colpiti dal sisma del Centro Italia. I ragazzi di Torino e Susa si recheranno nelle case di accoglienza per anziani. Quelli di Agrigento, Piana degli Albanesi, Palermo, Mazara del Vallo, Monreale e Trapani faranno tappa a Corleone, per parlare di legalità. Mentre i giovani di Firenze si fermeranno con gli allievi di don Milani, con l’opera del Cottolengo e con i collaboratori di Giorgio La Pira. Sono solo alcuni esempi di un elenco ben più lungo, che comprende anche la memoria di testimoni e santi del nostro tempo, come Maria Goretti, don Tonino Bello, Padre Pio e suor Maria Laura Mainetti, uccisa a Chiavenna nel giugno del 2000 da tre ragazze.
In tal modo i tanti e diversi pellegrinaggi diventano come le tessere di un immenso mosaico di pedagogia della fede che i 40mila giovani in cammino sulle strade d’Italia, accompagnati da 120 vescovi e centinaia di sacerdoti, vanno componendo dalla Sicilia alle Alpi. Pedagogia del «camminare», innanzitutto. Metafora di vita, di progetto esistenziale che ha un punto di partenza e tende a una meta, in aperta controtendenza rispetto alla mentalità dominante di un eterno presente, alla fine senza senso. E poi pedagogia del «camminare insieme», come ha spiegato ieri il cardinale Bassetti, fondamentale insegnamento in un’epoca di individualismo spinto che tende a fare di ognuno un’isola. Infine e soprattutto pedagogia di quella misericordia non solo annunciata a parole ma testimoniata con i gesti, che è l’invito più accorato di papa Francesco. Pedagogia del buon samaritano, si potrebbe dire, o più semplicemente e laicamente di quell’alfabeto dell’umano che porta a non passare oltre rispetto all’uomo – senza distinzione di pelle o di nazionalità –, ferito dai ladroni e abbandonato ai margini della strada, ma a prendersene cura in prima persona.

Di fronte alla cronaca avvelenata dei nostri giorni non c’è bisogno di spendere tante parole per dire quanto urgente sia oggi una simile pedagogia. Delle nuove generazioni, come (e forse di più) degli adulti, anche di quelli che sono classe dirigente di antica o di nuova formazione. E allora davvero è una buona notizia per l’Italia che un «esercito pacifico» di giovani si metta in marcia senza indugio. Anzi, avendo come meta finale l’incontro con il Papa che è simbolo vivente di quella unità delle differenze che esorcizza le paure e affratella le distanze. Così la pedagogia ultima del maxi-pellegrinaggio di questi giorni sta proprio nella sua “validazione” attraverso le tappe nei santuari di carne, dove la “carne di Cristo” verrà toccata con mano. E in questo senso davvero tutte le strade portano a Roma.

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