LA PAROLA 5 marzo 2016

Sabato
San Adriano
3.a di Quaresima – III
Voglio l’amore e non il sacrificio
Liturgia: Os 6,1-6; Sal 50; Lc 18,9-14

PREGHIERA DEL MATTINO
“O Maria Maddalena, tu hai incontrato nel giardino il tuo amatissimo Gesù, e hai annunciato agli apostoli la notizia della sua risurrezione. O tu, apostolo degli apostoli, guidaci fino alle gioie delle feste pasquali”, poiché il peccato ti aveva lacerato e l’amore ti ha guarito, tu, colpevole di tante prostituzioni come un tempo Israele, diventi la sposa dell’Agnello immacolato. Poiché la sua venuta è più certa di quella dell’aurora, guidaci fino al mattino di Pasqua nel giardino dell’intimità ritrovata, nell’alba odorosa del profumo dell’offerta.

ANTIFONA D’INGRESSO
Anima mia, benedici il Signore, non dimenticare tanti suoi benefici: egli perdona tutte le tue colpe.

COLLETTA
O Dio, nostro Padre, che nella celebrazione della Quaresima ci fai pregustare la gioia della Pasqua, donaci di approfondire e vivere i misteri della redenzione per godere la pienezza dei suoi frutti. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

PRIMA LETTURA (Os 6,1-6)
Voglio l’amore e non il sacrificio.
Dal libro del profeta Osea
«Venite, ritorniamo al Signore: egli ci ha straziato ed egli ci guarirà. Egli ci ha percosso ed egli ci fascerà.
Dopo due giorni ci ridarà la vita e il terzo ci farà rialzare, e noi vivremo alla sua presenza.
Affrettiamoci a conoscere il Signore, la sua venuta è sicura come l’aurora. Verrà a noi come la pioggia d’autunno, come la pioggia di primavera che feconda la terra». Che dovrò fare per te, Èfraim, che dovrò fare per te, Giuda?
Il vostro amore è come una nube del mattino, come la rugiada che all’alba svanisce. Per questo li ho abbattuti per mezzo dei profeti, li ho uccisi con le parole della mia bocca e il mio giudizio sorge come la luce: poiché voglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocàusti.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 50)
Voglio l’amore e non il sacrificio.
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.
Voglio l’amore e non il sacrificio.
Tu non gradisci il sacrificio;
se offro olocàusti, tu non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;
un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi.
Voglio l’amore e non il sacrificio.
Nella tua bontà fa’ grazia a Sion,
ricostruisci le mura di Gerusalemme.
Allora gradirai i sacrifici legittimi,
l’olocàusto e l’intera oblazione.
Voglio l’amore e non il sacrificio.

CANTO AL VANGELO
Gloria e lode a te, o Cristo!
Oggi non indurite il vostro cuore,
ma ascoltate la voce del Signore.
Gloria e lode a te, o Cristo!

VANGELO (Lc 18,9-14)
Il pubblicano tornò a casa giustificato, a differenza del fariseo.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
Parola del Signore.

OMELIA
Tra i vari moventi della preghiera dobbiamo mettere tra i primi posti da una parte la consapevolezza della nostra estrema povertà e dell’altra la certezza che colui che invochiamo è in grado di soccorrerci. Tutto ciò sgorga essenzialmente dalle tre virtù teologali, che ci orientano verso Dio: la fede, la speranza e la carità. Tutte le virtù cristiane sono però correlate tra loro, per cui le individuiamo subito un’altra, che costituisce un indispensabile supporto a quelle menzionate: l’umiltà. Essere umili significa riconoscere ciò che siamo, riconoscere con la migliore gratitudine i doni di Dio, riconoscere nella sua verità sia il bene di cui siamo capaci, sia il male di cui siamo responsabili. Sono queste le migliori premesse della preghiera. I due protagonisti del vangelo odierno si contrappongono nettamente offrendoci l’uno una bella testimonianza di preghiera autentica, l’altro un cattivo esempio di umana presunzione. Il fariseo infatti fa vanto delle sue azioni e, pur ringraziando Dio, le attribuisce a se stesso. La sua, più che una preghiera, è un soliloquio di auto gratificazione. Con un giudizio assolutamente personale, si ritiene migliore degli altri uomini, migliore anche del pubblicano, che guarda con sufficienza e disprezzo. Più che pregare, egli ci da l’impressione di chi sta presentando al Signore le proprie credenziali; non ha nulla da chiedere, ha solo da offrire, con palese orgoglio, la sua presunta giustizia. Com’è diverso l’atteggiamento del vero orante: il pubblicano, riconoscendosi peccatore, si tiene a doverosa distanza da Dio e, in una serena mortificazione, non osa neanche di levare gli occhi verso il cielo, verso la dimora del Dio altissimo. Si riconosce reo di peccato e, mosso da sincero pentimento, si batte il petto e implora la misericordia divina: «O Dio, abbi pietà di me, peccatore». È illuminate per noi la conclusione che Gesù trae al termine della parabola: «Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato». Abbiamo una evidente e pressante alternativa: o accettare ed adeguarci alle sfide innumerevoli che il mondo ci lancia e in questo caso l’orgoglio è sicuramente l’arma più efficace, o fidarci di Dio e affidarci a lui come umili mendicanti, ma stracolmi di fiducia in lui. (Padri Silvestrini)

PREGHIERA SULLE OFFERTE
O Dio, che ci doni la grazia di accostarci con animo purificato ai misteri pasquali, fa’ che celebrando i giorni della loro istituzione ti rendiamo l’omaggio di una lode a te gradita. Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE
Il pubblicano, stando a distanza, si batteva il petto e diceva: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
Signore, il pane del cielo che ci doni con tanta larghezza, susciti in noi sincera devozione e coerenza di vita. Per Cristo nostro Signore.

PREGHIERA DELLA SERA
“Esulta, trono di fuoco, arca della vita, esulta candelabro che porta il Lume che risplende; Maria riposo di coloro che posseggono la grazia, esulta”. Esulta, lume del santuario che porta i sette doni dello Spirito Santo, esulta tu che ti sei abbassata come il pubblicano e che sei stata innalzata nella gloria sino al fianco del tuo Figlio in seno alla santissima Trinità. Concedici la tua umiltà, il tuo umile amore per Cristo che ti attirò a sé, o nuovo carro d’Elia e trono della saggezza eterna.

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