La lotta per i diritti dei contadini in India e in Colombia

 

New Delhi, 31. La Camera indiana ha approvato una nuova legge sull’esproprio delle terre agricole che protegge i diritti dei contadini, ma che è fortemente criticata dagli industriali. Il provvedimento, chiamato Land Acquisition, Rehabilitation and Resettlement Bill, sostituisce una legge di 120 anni fa, dunque risalente al periodo coloniale inglese. È passato ieri sera con 216 voti a favore e 19 contro.
La riforma, che giaceva in Parlamento dal 2011 e che deve ora passare al vaglio del Senato, prevede un risarcimento per i terreni espropriati fino a quattro volte il prezzo di mercato per quanto riguarda le aree rurali e due volte per le aree urbane. Secondo il ministro dello Sviluppo Rurale, Jairam Ramesh, noto per le sue campagne a fianco di ambientalisti e dei “senza terra”, l’obiettivo della legge è “quello di eliminare una storica ingiustizia nei confronti dei contadini”.
Ma la questione rurale e dei contadini è un tema chiave anche in Sud America. La tensione resta altissima in Colombia, nonostante l’apertura di un tavolo di dialogo tra il Governo del presidente Juan Manuel Santos e i rappresentanti dei campesinos, i piccoli agricoltori che protestano per ottenere migliori condizioni di vita.
Lo stesso Santos ha ordinato ieri alle forze militari di rafforzare la loro presenza nella capitale Bogotá, dopo i disordini dei giorni scorsi che avevano provocato due morti. La decisione segue due settimane di blocchi della polizia e l’imposizione del coprifuoco, due giorni fa, in tre aree della capitale. “Ho ordinato la militarizzazione di Bogotá e farò lo stesso in ogni comune dell’area in cui ritengo necessaria la presenza militare”, ha detto Santos in un intervento alla televisione nazionale.

(©L’Osservatore Romano 1 settembre 2013