La Coppa del mondo ha portato solidarietà tra i Paesi africani

Il commento dell’Arcivescovo di Durban, il Cardinale Wilfrid Fox Napier


ROMA, domenica, 11 luglio 2010 (ZENIT.org).- I Mondiali di Calcio in Sudafrica, che si chiuderanno questa domenica con la finale tra Spagna e Olanda, hanno portato al Paese un maggiore sentimento di comunione con la comunità internazionale e di solidarietà tra gli altri Stati africani.

E’ quanto ha affermato l’Arcivescovo di Durban, il Cardinale Wilfrid Fox Napier, ai microfoni della Radio Vaticana.

“La prima cosa che penso lascerà la Coppa del Mondo al Sudafrica è quella di far sentire finalmente a questo Paese di essere parte della comunità mondiale – ha detto il porporato –. Il calcio è lo sport principale per la maggior parte dei sudafricani, in particolare dei neri. E per loro, avere la Coppa del Mondo nel loro Paese ha significato sentirsi accomunati in questo essere riconosciuti dalla comunità internazionale”.

“Ora – ha aggiunto –, la cosa più importante che dovrà succedere sarà quella di credere in noi stessi per vedere che possiamo fare cose rilevanti senza aspettare che siano gli altri a farle per noi. Per esempio, il Sudafrica deve dimostrare di sapersi organizzare anche in altri campi e settori fondamentali come l’istruzione, la sanità e così via”.

“Tocca adesso ai nostri politici – ha poi sottolineato – avere la volontà di compiere con la stessa determinazione quello che hanno fatto per la Coppa del Mondo, di farlo per la loro gente, nel momento in cui i riflettori del mondo non sono su di noi”.

Il nuovo Sudafrica, ha spiegato il Cardinale Napier è “un’idea” e “un sogno”, “un sogno che è stato realizzato in piccola parte. Per esempio, se guardo indietro a 50, 60 anni fa, faceva ancora meraviglia vedere un nero e un bianco camminare insieme. Oggi bambini e genitori, bianchi e neri, si mescolano come se si conoscessero da tutta la vita”.

“Per me questo è parte del sogno che diventa realtà. C’è ancora tanta strada da fare, ma grazie a Dio abbiamo segni evidenti che possiamo farcela”.

Per il porporato il campionato del mondo di calcio ha avuto inoltre un effetto positivo anche sul resto del continente africano: “appena due anni fa in Sudafrica abbiamo avuto un’esperienza molto negativa di attacchi xenofobi contro altri africani, profughi che cercavano una vita migliore da noi e sono stati attaccati da loro fratelli, altri africani”.

“La Coppa del mondo ha invece portato un senso di solidarietà tra i vari Paesi africani, che hanno vissuto i mondiali non come un evento per solo il Sudafrica ma per tutta l’Africa – ha concluso –. Questo, credo, ha fatto tanto per l’unità dell’Africa, molto più di quanto avrebbero potuto fare tante parole da parte dei politici”.