La classifica. Politecnico di Milano prima tra le Università italiane

Politecnico di Milano prima tra le Università italiane

La XV edizione del Qs World University Rankings, pubblicato da Qs Quacquarelli Symonds, società globale di consulenza specializzata nell’analisi del settore universario, conferma il Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston la migliore Università al mondo per il settimo anno consecutivo, superando Harvard, che ha detenuto questo ambito titolo per sei edizioni.

Gli Stati Uniti mantengono le prime quattro posizioni che restano invariate rispetto alla scorsa edizione, mentre per la prima volta, Oxford (5) supera Cambridge (6) e conquista il primato europeo. Il Politecnico di Zurigo (7) ottiene il proprio miglior posizionamento nella storia del ranking.

National University of Singapore (11) e Nanyang Technological University (12) sono a un passo dal raggiungere la Top 10, segno che i centri di ricerca d’eccellenza e le “knowlege powerhouses” in Asia sono sempre più competitive. Per la prima volta una Università cinese, Tsinghua University (17) entra tra le top 20 al mondo.

Tra le 30 Università italiane incluse nella classifica, 21 guadagnano terreno e nove lo perdono. Il Politecnico di Milano scala 14 posizioni e raggiunge il 156°posto, riconfermandosi la migliore Università italiana per il quarto anno consecutivo e ottenendo il proprio più alto posizionamento nei 15 anni dalla creazione del ranking.

L’argento italiano va alla Scuola Superiore Sant’Anna Pisa (167), che balza in avanti di 25 posizioni. Sul podio anche la Scuola Normale Superiore di Pisa che ne guadagna 17, piazzandosi al 175° posto. Anche l’Università degli Studi di Bologna sale di otto posizioni, e si classifica 180esima.

Nella fascia Top 600, l’Università italiana che cresce più significativamente rispetto allo scorso anno è l’Università degli Studi di Padova (249), che con un salto di 47 posizioni, è tra migliori 250 al mondo. Questa ascesa è ascrivibile al progresso ottenuto in quattro dei sei indicatori che compongono il ranking.

Una nota particolare merita il Politecnico di Torino (387), che perde 80 posizioni per un declino in cinque dei sei indicatori. In realtà, la discesa è stata in gran parte determinata dall’avere incluso per la prima volta, nel conto del personale docente, gli assegnisti di ricerca, adeguandosi alla definizione di Qs del “full-time equivalent staff”. Questo ha comportato un incremento del 67% della faculty, che ha determinato la perdita di 162 posizioni nell’indicatore “Citation per Faculty”. In sostanza, il Politecnico di Torino è un’eccellenza italiana, che quest’anno è rappresentata accuratamente in questa classifica, secondo i criteri e le definizioni che la determinano.

Ben Sowter, direttore del Dipartimento di Ricerca di Qs, ha commentato: «Quest’anno 24 Università italiane su 30 migliorano nella considerazione della comunità accademica internazionale. E 25 migliorano nel criterio che misura l’impatto della ricerca. Sono trend positivi, specialmente considerando la competitività globale che cresce incessantemente. Se si considerano i singoli indicatori, le vostre università compaiono tra le prime cento in otto occasioni».

La metodologia e la classifica per indicatori
L’indicatore “Academic Reputation” si basa sulle opinioni di 83.877 accademici e ricercatori universitari internazionali ai quali è stato chiesto di indicare le migliori università, escluse quella/e per la quale lavorano. Questo criterio contribuisce per il 40% al punteggio globale. L’Università di Bologna è l’Ateneo italiano preferito dalla comunità accademica internazionale, ottenendo il 77° posto al mondo, seguita da Sapienza – Università di Roma all’82° posto. Altre quattro Università si posizionano tra le prime duecento in questo importante indicatore (Politecnico di Milano 121°, Università degli studi di Padova 141°, Università degli studi di Milano 171°, Università degli studi di Pisa 195°) . In questo indicatore, 24 Università italiane su 30, guadagnano posizioni.

L’indicatore “Employer Reputation” si basa sulle opinioni di 42.862 datori di lavoro, responsabili delle risorse umane e manager ai quali è stato chiesto di indicare le università che producono i migliori laureati, secondo la propria esperienza. Questo criterio contribuisce per il 10% al punteggio globale.

L’Università Bocconi è la preferita dai recruiter internazionali, ottenendo il 52° posto in questo indicatore. Bocconi è considerata una Università specialistica e in quanto tale, compare in alcuni indicatori ma non nella classifica globale, che include solo università attive in almeno due macro-aree di studio e ricerca.

Segue il Politecnico di Milano al 55° posto. Distanziati, troviamo il Politecnico di Torino al 153° posto, L’Università Cattolica del Sacro Cuore al 163° e L’Università di Bologna al 169°. In questo indicatore, solo L’Università degli studi di Padova (260) cresce rispetto allo scorso anno mentre tutte le altre perdono terreno.

L’indicatore “Faculty/Student Ratio” misura la quantità di docenti rispetto al numero di studenti. L’Italia è tra i paesi che performa peggio in questo criterio, che determina il 20% del punteggio totale. A parte due notevoli eccezioni, la Scuola Normale Superiore di Pisa, 34a al mondo, e la Scuola Superiore Sant’Anna Pisa, 68a, tutte le altre si posizionano nella fascia 601+. In questo indicatore, l’Italia è fortemente penalizzata.

L’indicatore “Citations per Faculty” misura la quantità di citazioni nelle pubblicazioni scientifiche indicizzate dalla banca dati bibliometrica Scopus/Elsevier rispetto al numero di docenti e ricercatori, per il periodo 2012-2017. Questo criterio determina il 20% del punteggio totale. In questo criterio, la Scuola Superiore Sant’Anna Pisa (18) si posiziona tra le prime venti al mondo seguita dalla la Scuola Normale Superiore di Pisa al 59° posto. Il bronzo tra le Italiane va all’Università degli Studi di Ferrara, 178à, seguono Politecnico di Milano al 190° posto, e all’Università degli Studi Milano-Bicocca al 193°. L’Università degli Studi di Brescia si colloca appena fuori le Top 200, posizionandosi 203a.

Venticinque delle trenta Università classificate, migliorano in questo indicatore rispetto allo scorso anno.

Gli ultimi due indicatori misurano la proporzione di studenti e docenti internazionali e rappresentano il 10% del punteggio finale. La Scuola Superiore Sant’Anna Pisa (309a al mondo) ha la proporzione maggiore di studenti internazionali tra gli atenei italiani, seguita dal Politecnico di Milano (320°), che ha anche la maggiore proporzione di docenti internazionali (347° al mondo).

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