La Chiesa in uscita ha bisogno di una teologia in uscita

«Io penso che una Chiesa in uscita abbia bisogno di una teologia in uscita». Lo afferma con convinzione don Pino Lorizio, dal 1993 docente di teologia fondamentale alla Pontificia università Lateranense e coordinatore del nuovo percorso di licenza in Teologia interconfessionale, in prospettiva ecumenica e comunionale, che l’ateneo del Papa attuerà dal prossimo anno accademico 2020-2021. «Il primo passo in uscita dobbiamo farlo proprio noi teologi cattolici — spiega Lorizio — cercando di incontrare gli altri fratelli in Cristo. Ma poi speriamo che il percorso verso l’esterno continui e che la teologia cristiana vada sempre di più incontro a un mondo che sembra sempre di più allontanarsi dalla fede in Cristo».

Il nuovo corso biennale di laurea magistrale della Lateranense non punta infatti a fornire semplicemente competenze ma a formare presbiteri, pastori, suore, religiosi e laici che sappiano annunciare il Vangelo e che tornando nelle loro comunità di origine siano in grado di animarle e servirle nello spirito della “cultura dell’incontro” cara a Papa Francesco. Era stato proprio il Pontefice a incoraggiare l’iniziativa accademica nella sua visita all’ateneo lateranense dello scorso 31 ottobre. «Cercare ed esplorare ogni opportunità per dialogare non è solo un modo per vivere o coesistere, ma piuttosto un criterio educativo», aveva sottolineato il Papa intervenendo in chiusura di un convegno su «Educazione, diritti umani e pace. Gli strumenti dell’azione interculturale ed il ruolo delle religioni». In questa linea, aveva proseguito il Pontefice, «trova giusta collocazione il percorso di studi in teologia interconfessionale avviato in questa Università. Andate avanti, con coraggio. Quanto abbiamo bisogno di uomini di fede che educano al vero dialogo, utilizzando ogni possibilità e occasione!». E seguendo l’invito del Papa, dopo un anno di incontri seminariali nei quali ci si è interrogati sul futuro del cristianesimo, un comitato scientifico formato da rappresentanti delle diverse confessioni cristiane ha individuato sei moduli nei quali sarà articolato il nuovo corso della Lateranense: storico-patristico, biblico-fondamentale, dottrinale dogmatico, etico-morale, liturgico-cultuale e missionario. «Quest’ultimo è il punto di arrivo ma vuole essere anche una dimensione trasversale dell’intero percorso», sottolinea ancora il professor Lorizio. «La dimensione sottesa a tutte le materie è infatti quella della missione nel mondo contemporaneo, una prospettiva che abbia a cuore il futuro del cristianesimo». Ma la novità più importante, secondo il coordinatore del corso, sarà la modalità didattica. «I singoli moduli non saranno tenuti da un solo docente — spiega Lorizio — ma sempre da almeno tre: una voce cattolica, una voce protestante e una ortodossa che terranno lezioni sulla stessa tematica». Al termine di ogni modulo una tavola rotonda dimostrerà i risultati delle indagini e della didattica che si è attivata durante le lezioni.

Grazie al coinvolgimento della cappellania universitaria della Lateranense il cammino accademico interconfessionale sarà accompagnato da momenti di preghiera comune, in occasione di tempi forti come l’ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani, Natale, Pasqua e altre occasioni.

L’itinerario interconfessionale, nell’orizzonte della Veritatis gaudium, sarà inoltre interdisciplinare e trans-disciplinare. «La costituzione apostolica di Papa Francesco sulle università e le facoltà ecclesiastiche ci aiuta molto come docenti a non pensare in maniera ristretta restando ciascuno all’interno della propria disciplina», spiega ancora don Lorizio. «Ci spinge a cercare il rapporto tra le diverse discipline teologiche ma anche tra la teologia e gli altri ambiti del sapere. Trans-disciplinarietà significa andare oltre e quindi, come dice la Fides et ratio di Giovanni Paolo II, far maturare la scienza in sapienza».

Il corso di Teologia interconfessionale è destinato solo a chi è già laureato in teologia o ha una licenza in scienze religiose? «Nient’affatto», conclude il professor Lorizio. «Per avere il titolo accademico bisognerà avere i titoli precedenti. Siamo aperti, però, alla possibilità di conferire diplomi a persone che non abbiano il titolo compiuto e ad accogliere semplici ospiti e uditori». Venerdì 19 giugno alle 18.30, sulla pagina Facebook della Pontificia università Lateranense, durante un webinar che si aprirà con una preghiera ecumenica i rappresentanti delle diverse teologie presenteranno il percorso.

di Fabio Colagrande – osservatoreromano.va