La Biblioteca Apostolica Vaticana tra storia e futuro

La recente ristrutturazione della Vaticana ha consegnato agli studiosi una Biblioteca profondamente rinnovata negli spazi, nella razionalizzazione dei percorsi interni e nelle strumentazioni informatiche. Il libro La Biblioteca Apostolica Vaticana (Città del Vaticano – Milano, Libreria Editrice Vaticana – Musei Vaticani – Jaca Book, 2012, pagine 352, euro 130) da poco pubblicato si offre di illustrare questa nuova realtà ma approfondire la conoscenza di una storia che si dipana per quasi mezzo millennio.
La Biblioteca Apostolica Vaticana è di fatto un insieme di grandi biblioteche, da quelle antiche (i codici della regina Cristina di Svezia, la biblioteca dei principi del Palatinato) a quelle più recenti (le biblioteche Barberini, Borghese, Borgia, Capponi, Chigi, Ferrajoli, Ottoboni, Rospigliosi, o ancora la collezione libraria e documentaria di Federico Patetta). La Vaticana possiede anche interi archivi sia medievali (le pergamene dell’archivio del Capitolo di San Pietro, l’archivio di Sant’Angelo in Pescheria, Santa Maria in Cosmedin, Santa Maria in Via Lata) che moderni (archivio Barberini, archivio Chigi, archivio Salviati, archivi della Fuci), talvolta insoliti (Notai d’Orange), oltre che collezioni di stampe e di monete, curate rispettivamente dal Gabinetto delle Stampe e dal Gabinetto Numismatico. Cui va aggiunto, il che è ovvio, l’ingentissimo patrimonio di libri a stampa. La sua Sala di consultazione è nota nel mondo degli studi come una fra le più importanti per dimensioni e varietà tematica nel campo degli studi eruditi.
Un vero e proprio mare magnum del sapere per orientarsi nel quale oggi si ha uno strumento in più, la Guida ai fondi manoscritti, numismatici, a stampa della Biblioteca Vaticana – a cura di Francesco D’Aiuto e Paolo Vian, 2 volumi, Città del Vaticano, 2011 (Studi e testi, 466-467), pagine 1557. Un’opera che è di fatto più di una Guida. Oltre a “guidare” lo studioso nell’intricato itinerario dei vari fondi, questi due volumi sono stati infatti concepiti come uno strumento in grado di rendere conto e quindi di facilitare l’accesso anche alla ricerca più aggiornata.

(©L’Osservatore Romano 5 ottobre 2012)