In missione con i nuovi accordi Cei

La lunga esperienza dell’attività missionaria svolta dai sacerdoti italiani all’estero (detti fidei donum) ha suggerito alla Conferenza Episcopale Italiana un aggiornamento delle Convenzioni che regolano i rapporti tra le diocesi interessate allo scambio dei presbiteri missionari. Il “prestito” alle diocesi estere, iniziato nel lontano 1957, si è infatti consolidato dopo il pressante invito di Papa Francesco e dei pontefici che lo hanno preceduto ad affrontare una nuova evangelizzazione rispondente ai segni dei tempi.
I testi delle nuove Convenzioni, relative anche ai sacerdoti stranieri che, nell’ambito della cooperazione missionaria, sono incaricati di un servizio in Italia, sono stati approvati dal Consiglio Episcopale Permanente lo scorso 16 aprile e sono entrati in vigore a partire dal 1° settembre.
Una complessa revisione delle Convenzioni finora in uso, anche con l’inserimento di nuovi contenuti, offre ora ai vescovi e ai sacerdoti interessati nuovi schemi di accordo, disponibili sul sito “Fondazione Missio”. Di prossima pubblicazione alcune “Linee guida” per facilitare la loro compilazione, con esempi e casi specifici.
Per la generalità delle nuove Convenzioni è prevista una minore durata del servizio pastorale, sia all’estero sia in Italia, che non può durare più di nove anni. Questa innovazione intende favorire un maggiore ricambio dei missionari fuori diocesi, le cui esperienze tornano a vantaggio della diocesi di provenienza.
In particolare ai sacerdoti stranieri viene ora richiesta la conoscenza della lingua italiana (livello A1, A2), certificata da un ente abilitato, necessaria per una regolare celebrazione dei sacramenti e per un più efficace inserimento nella comunità parrocchiale.
È stata inoltre istituita una nuova Convenzione relativa ai sacerdoti che
dalla diocesi di incardinazione sono inviati a svolgere il servizio pastorale in altra diocesi italiana che presenti una particolare carenza di presbiteri.
Viene confermato, nelle diverse Convenzioni, il versamento dei contributi al Fondo Clero per gli italiani all’estero impegnati nel servizio ad essi assegnato dal vescovo che li accoglie. Il sostentamento e i contributi al Fondo Inps sono invece previsti solo per gli stranieri con servizio pastorale a tempo pieno in una diocesi italiana e limitatamente al periodo di svolgimento del servizio.

Avvenire