In Italia un giovane su cinque non studia e non lavora. E l’Europa è lontana

Non studiano ma non cercano nemmeno un lavoro semplicemente perché sono convinti che non lo troverebbero. Sono i Neet (acronimo che sta per Not in education, Employment or Training ovvero “non studente né occupato né in formazione”): giovani scoraggiati che vivono in una sorta di limbo. In Italia (e non è una novità) la percentuale di ragazzi tra i 15 e i 24 anni che non lavorano, è al 19,9% nel 2016, un livello nettamente superiore alla media dell’eurozona dell’11,7% e di quella dell’Ue a 28 dell’11,5%. I dati sono contenuti nel rapporto 2017 su Occupazione e Sviluppi sociali in Europa (Esde) pubblicato dalla Commissione Ue.

Dati in calo rispetto al 2013. La quota dei Neet è comunque in calo rispetto al 2015, quando aveva toccato il 21,4%, e rispetto a due anni prima quando aveva raggiunto il livello record del 22,2%. Sempre sul fronte del lavoro e in questo caso di “sotto-occupazione” In Italia è inoltre molto più alta la percentuale dei lavoratori autonomi sul totale, pari al 22,6% contro il 14,6% dell’eurozona e il 18,5% dell’Ue a 28 Paesi.

Occupazione femminile ferma al 51%. In Italia tra gli uomini e le donne con un’occupazione, tra i 20 e i 64 anni, ci sono 20,1 punti percentuali di differenza, con il tasso degli uomini al 71,7% e quello delle donne al 51,6%. Nell’Ue a 28 la differenza tra uomini (76,9%) e donne (65,3%) è di 11,6 punti, mentre nell’eurozona si attesta a 11,2 punti percentuali.

Il 12% degli italiani è povero. Percentuali “pesanti” anche quando si parla di povertà. Le persone che vivono in condizioni di povertà assoluta sono l’11,9% della popolazione, contro il 7,8% medio dell’Ue e il 6,8% dell’area dell’euro. Il livello di povertà assoluta è in aumento rispetto all’11,5% del 2015, ma in calo dal 12,3% del 2013.

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