Immobiliare. Comprare casa? Per i Millennials non è così importante

Comprare casa? Per i Millennials non è così importante

Casa dolce casa. Gli italiani si sa sono un popolo di “proprietari”: la percentuale di chi vive in una casa di proprietà è assai più elevata rispetto alla media europea e la casa rappresenta ancora una bene rifugio e uno status sociale. Ma per i Millennials (i giovani nati tra gli anni Ottanta e i primi del nuovo millennio) le cose sono diverse e in futuro questa abitudine tutta italiana potrebbe venire stravolta a vantaggio dell’affitto.

Dopo gli anni della bolla e la successiva grave crisi del settore, che ha portato anche ad un crollo dei prezzi e delle compravendite, il mercato adesso si sta riprendendo. La buona notizia è che per comprare casa oggi servono meno sacrifici rispetto a quelli del passato. Nella maggior parte delle città italiane negli ultimi due anni sono diminuite nettamente le annualità di stipendio necessarie per acquistare un appartamento. A Roma per esempio dalle 8,9 annualità necessarie nel 2015 si è scesi a 6,8 annualità; a Milano da 9,7 a 7; a Palermo (dove i prezzi sono ovviamente assai più bassi) da 3,6 a 2,8. È quanto risulta da un’elaborazione Ref su dati degli operatori immobiliari pubblicata nel Rapporto Coop 2017. Per l’indagine sono stati presi in considerazione gli anni di stipendio necessari per acquistare un’abitazione di 80 metri quadri. Il calo maggiore si è registrato a Firenze dove le annualità sono passate da 8,6 a 5,5. A Napoli se nel 2015 servivano 6 annualità adesso ne bastano 4, a Torino la flessione è stata più debole: da 5 si è passati a 3,7 a Genova da 4,6 a 3,5, a Bologna c’è stato un crollo da 7,3 a 4,7 annualità.

Gli italiani comunque non rinunciano a comprare casa: quattro cinque sono proprietari della casa nella quale vivono: una percentuale piùalta della media europea dove sono in media il 70% e ancora menoin alcuni paesi come Germania (52%), Gran Bretagna (64,6),Francia (64,3%) dove è molto più diffuso l’affitto. In questa classifica per una volta a primeggiare sono le regioni del Sud: in testa il Molise con il 93,1% di proprietari, seguito da Abruzzo (88,1%), Basilicata (87,3%), Sardegna (87,6%). Ultimi in classifica i valdostani (72,2%) e i campani (70,3%) con percentuali comunque più alte della media Ue.

Il mercato immobiliare è ripartito e continuerà a crescere quest’anno e il prossimo fino a raggiungere la cifra nel 2019 di quasi 600 mila compravendite (597 mila). Nel 2016, le compravendite immobiliari erano state 534 mila. Ma a medio termine però le cose potrebbero cambiare. E le nuove generazioni potrebbero indurre un cambio radicale. «Nella concezione dei millenials la casa si spoglia del suo contenuto di bene e cassaforte di famiglia, per diventare servizio» sostiene il rapporto e «secondo alcune proiezioni entro i prossimi 10 anni un terzo di coloro che oggi sono acquirenti andranno a riversarsi sulla locazione».

da Avvenire