Il vescovo Camisasca nomina tre canonici onorari nel Capitolo della Cattedrale

I tre sacerdoti della diocesi di Reggio e Guastalla sono monsignor Pietro Iotti, don Ennio Munari don Giuseppe Bottazzi

Il vescovo di Reggio Emilia-Guastalla Massimo Camisasca ha nominato canonici onorari nel Capitolo della Cattedrale di Reggio Emilia, a norma del Codice di Diritto canonico e delle Costituzioni Capitolari, tre sacerdoti ultranovantenni del clero diocesano, quale segno di gratitudine per il loro fecondo e infaticabile ministero presbiterale.
Si tratta di don Giuseppe Bottazzi, monsignor Pietro Iotti e don Ennio Munari.
Don Bottazzi, prossimo al 92° compleanno, da cinquant’anni è parroco di Pantano. Nella lettera di nomina, Camisasca ne rimarca tra l’altro “la cura pastorale delle famiglie con le frequenti visite agli ammalati e agli anziani” insieme al suo “amore alla Liturgia e al decoro del culto sacro, con la fedele osservanza delle indicazioni del Vaticano II”.
Monsignor Iotti, che ha recentemente festeggiato il 93° compleanno e il 70° anniversario di ordinazione sacerdotale, ha svolto un servizio particolarmente ricco e multiforme, che in diocesi lo ha visto in una “solerte e diuturna presenza in Cattedrale in questi anni per la celebrazione della Santa Messa e la partecipazione all’Adorazione Eucaristica quotidiana” ma anche impegnato a Roma per il processo di beatificazione di Giovanni Palatucci (monsignor Iotti è tra l’altro cappellano della Polizia di Stato, oltre che dei Vigili del Fuoco).
Don Munari, 92 anni di età, ha trascorso quasi tutti i suoi 67 anni di ministero presbiterale come parroco priore di Roncina, di cui oggi è parroco emerito.
“Permettimi di ricordare in particolare – gli ha scritto il vescovo Camisasca comunicandogli la nuova nomina – la tua preoccupazione ed attenzione pastorale per i bambini, i ragazzi e per i giovani, con le opere ad essi dedicate con tanto entusiasmo e amore, ma anche con tanto sacrificio, che hanno portato frutti preziosi e continuano ancora a portarne nonostante il mutare dei tempi e delle situazioni”.
La nomina a canonico esprime un legame ancora più stretto del sacerdote con la Cattedrale, il Vescovo diocesano e l’intero presbiterio.

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