Il titolare muore (a 39 anni) e «dona» l’officina ai dipendenti

Nelle pagine di un’edizione moderna del libro “Cuore” non potremmo leggere una storia più significativa di quella scritta da Andrea Comand, 39 anni, di Mortegliano, in Friuli, strappato alla vita, lo scorso luglio, da un male incurabile.

Oggi ha riaperto i battenti il “Garage” che Andrea ha lasciato ai propri dipendenti. E così hanno reagito Dorina Bulfoni, Andrea Benvenuto, Andrea Cuzzolin, Giuliano Fabro e Simone Zanin, in una lettera per dirgli grazie: «Come sempre ci ha spiazzati con i suoi gesti istintivi, diretti, concreti impegnativi ma fatti sempre con il cuore. Ci ha insegnato a camminare da soli perché non era una persona gelosa del suo sapere ma orgogliosa di far crescere le persone che aveva scelto alle sue dipendenze».

“Garage srl” è un’officina e gli operai stavano con Comand fin dall’inizio di questa avventura, nel 2011. Andrea la considerava parte integrante della sua famiglia. Quando ha cominciato a spegnersi, non ha trovato di meglio che affidare l’impresa proprio a loro, d’accordo con i familiari. I suoi “eredi”, alla morte, hanno subito raccolto il testimone, rinnovando l’organizzazione aziendale acquisendo, oltre alle quote donate da Andrea, anche la restante parte della ditta.

Entusiasmo, oggi, alla ripresa, da parte dell’impiegata amministrativa Dorina Bulfoni, dall’esperto di elettronica e automazione Andrea Benvenuto, del responsabile della linea di collaudo Andrea Cuzzolin, del direttore tecnico e responsabile dei cambi automatici Giuliano Fabro e del tecnico di meccanica generale e oleodinamica Simone Zanin. Dopo il diploma all’istituto professionale Cecconi di Udine aveva lavorato come dipendente in varie officine, prima di aprire un’attività in proprio a Castions di Strada e poi, nel 2011, con un socio a Mortegliano.

«Siamo stati sempre coinvolti, partecipi, spronati al fine di raggiungere gli obiettivi aziendali: sempre tutti insieme, come insieme abbiamo affrontato il suo periodo di malattia – testimoniano i soci -. Come lui è stato vicino a noi, noi siamo stati con lui…
con il cuore prima di tutto… il nostro motto è stato sempre quello: “Non lasciamolo solo ma stiamogli accanto come una famiglia”. Lo abbiamo fatto, lo faremo restando una famiglia unita e facendo vivere il sogno di Andrea: per ringraziarlo di ciò che ci ha dato, ma soprattutto per fargli “vedere” che grande maestro è stato donandoci le sue quote insieme alla sua fiducia».

E poi confidano: «Lui non lo sa ma ci ha fatto anche un’ altra sorpresa che è quella di essere stati “adottati” dalla sua splendida famiglia che ringraziamo tantissimo: ci è stata vicina, ci ha consolato, ci ha incoraggiato, ci ha spronato e anche dato piena fiducia».

avvenire