Il rosario, preghiera dell’unità

di ANTONIO TARZIA

Se il Credo e l’Atto di dolore sono preghiere individuali, testimonianze personali di fede, il rosario, la più frequentata devozione popolare, nasce in ambito comunitario e produce vincoli di unità. Le invocazioni sono al plurale e hanno lo spirito dei Salmi dell’Antico Testamento: «Dacci oggi il nostro pane quotidiano», «rimetti a noi i nostri debiti», «liberaci dal male» e poi «Santa Maria, madre di Dio, prega per noi peccatori».

Recitando il rosario ci si sente popolo di Dio, famiglia unita nel suo amore. Un vecchio proverbio americano recita: «Una famiglia che prega insieme rimane unita». Sentirsi famiglia di Dio con sulle labbra le parole dell’angelo e la preghiera dettata da Gesù è prevenzione contro ogni tentazione a dividersi, a lasciare la strada sicura della condivisione.

Il rosario recitato tutti i giorni è garanzia di vocazioni ecclesiali. A Marktl, un paesino della Baviera a trenta chilometri dal santuario mariano di Altötting e sulla via di Braunau am Inn, una cittadina austriaca appena al di là del confine che, nel 1889, aveva dato i natali ad Adolf Hiltler, la famiglia dell’ufficiale di gendarmeria Joseph Ratzinger era impegnata a dire il rosario ogni giorno o quasi. «Il pomeriggio nostra madre ci diceva di uscire per una passeggiata… Rientravamo più tardi per recitare insieme il rosario. In famiglia lo facevamo spesso, di solito tutti i giorni, e comunque ogni sabato. Ci inginocchiavamo sul pavimento della cucina con una sedia davanti su cui appoggiavamo le braccia e uno di noi, di solito nostro padre, guidava la preghiera». (Georg Ratzinger, Mio fratello il Papa, Piemme 2012, pag. 40).

Non erano certo tempi tranquilli quelli dell’infanzia di Papa Ratzinger e di suo fratello, monsignor Georg, il musicista: «Una pagnotta di pane costava duecento milioni di marchi tedeschi. All’epoca papà veniva pagato giornalmente, ma non appena aveva i soldi in mano, questi non valevano già più niente perché i prezzi erano di nuovo saliti ». Dai genitori i fratellini Ratzinger, pregando insieme prima e dopo i pasti, recitando il rosario ogni sera, avevano sviluppato il senso della fiducia in Dio misericordioso e provvido.

Georg ci informa che pregavano anche san Disma, il ladrone convertito sul Calvario, perché proteggesse il papà che con i ladri aveva sempre a che fare per mestiere e diritto di giustizia. Nel rosario noi troviamo «la sintesi di tutto il Vangelo », scrisse Papa Ratzinger nella visita al santuario di Pompei il 9 ottobre del 2008; e questa coscienza alimentò la sua devozione e il suo programma pastorale mariano che lo vide pellegrino a tutti i più grandi santuari mariani del mondo.

Papa Francesco, suo successore, corre sulla stessa strada maestra: chiude con l’invocazione alla Vergine Maria i suoi discorsi e la prima uscita da Papa la fece per andare a pregare in Santa Maria Maggiore. Il 4 di maggio tornerà nella basilica per recitare il rosario davanti alla Salus Populi Romani.

Antonio Tarzia

jesus maggio 2013