Il profumo del vento…

di: Roberto Mela

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Il “deserto delle grotte/dune/cripte” è complementare al “deserto degli stracci” per chi vuol cercare la verità della propria vita: una vita di comunione con Dio che vada più in profondità di un’esistenza ecclesiale sempre più ingolfata in ritualismi, ossessioni veritative e dogmatiche, burocrazia e collateralismi di natura politica. Questa è, in sintesi, la proposta fatta dall’autore.

Impegnato nei movimenti giovanili del ’68 europeo, egli è figlio di Guido Gonella, che con De Gasperi fu tra i fondatori della Democrazia Cristiana e ricoprì per cinque volte la carica di ministro della Pubblica Istruzione. Giorgio ha abbracciato la consacrazione religiosa nella congregazione dei Piccoli fratelli del Vangelo. Ha vissuto a New York lavorando con persone afflitte da varie problematiche e, dal 2008, risiede in Messico in una comunità di accoglienza situata alle pendici della Sierra Madre.

Il bel volume di Gonella intende offrire piste di spiritualità per chi cerca una vita che attinga ai tesori della vita contemplativa offerti dai grandi maestri della spiritualità.

“Deserto delle grotte” e “deserto degli stracci”

Nel “deserto delle dune/cripte/grotte” l’autore descrive la via del deserto intrapresa da tanti padri dell’antichità. Sulle orme di Giovanni Battista, molti monaci cercarono la nudità dello spirito in viaggio verso il deserto interiore. Esso richiede lo spogliamento di sé, la solitudine esteriore e interiore, l’alimento del desiderio, la vita in luoghi solitari che fanno ricordare anche letteralmente la morte, in una preghiera continua.

Gonella riporta un brano di Lawrence d’Arabia nel quale un compagno di viaggio lo invitò a sentire, dietro le rovine di un antico palazzo reale, il profumo del vento, un profumo ineguagliabile: «… il vento del deserto che lambiva le rovine; vuoto, inerte, limpido, alito stanco nato in qualche luogo oltre l’Eufrate lontano… “Questo – dicevano gli arabi – è il profumo migliore: non sa di nulla”» (p. 68, cit. tra I sette pilastri della saggezza).

Chi si inoltra nel deserto fisico e spirituale va alla ricerca di Dio, l’ineffabile, l’incidibile. La via negativa della teologia apofatica è sostenuta dalla grande testimonianza data da Gregorio di Nissa. Dio è indicibile, inafferrabile. Così è descritto di fatto per chi intraprende il viaggio nel deserto della vita mistica, percorso da Maister Eckhart. Un viaggio verso una meta che non c’è, una meta che è il percorso stesso: una tenebra luminosa, Dio che costituisce il “fondo” (Grund) di ogni cosa, nel quale si realizza la perfetta unità con il “fondo” dell’anima dell’uomo in ricerca.

Contemplazione e compassione

Chi percorre il deserto della vita mistica rinasce a un volto nuovo e ad uno sguardo nuovo. Con essi può rientrare in città e vivere il “deserto degli stracci”: la vita di incontro con i poveri della terra, coloro che sono raggiunti in modo particolare dalle Beatitudini. Il “deserto degli stracci” è la via della compassione, complementare alla via della contemplazione. Dio si rivela infatti in Gesù come il Dio della compassione universale e nel povero si può davvero sperimentare il valore sacramentale della povertà.

Secondo l’autore, il vero altare è oggi il corpo umiliato di Gesù presente in quello del povero. (Qui si sarebbe potuto inserire alcune belle espressioni di papa Francesco, rielaborando necessariamente il volume uscito in prima edizione nel 2010…).

Gesù, il Figlio di Dio, ha di fatto realizzato un percorso di “svuotamento” (cf. Fil 2), con una vita e un insegnamento di prossimità totale ai poveri. Un viaggio che culmina sulla croce, dopo aver abbracciato emarginati religiosi e sociali, espulsi dalla società e persone senza futuro davanti a sé. Francesco d’Assisi e Charles de Foucauld hanno seguito l’esempio di Gesù, con stili diversi ma complementari.

Le pagine di Gonella sono molto dense, soprattutto il c. 4 (“La nube luminosa”, pp. 99-130), ricche di spunti spirituali teologico-mistici. Ad esse se ne aggiungono altre più accessibili, in cui traspira sempre la profonda umanità e libertà interiore dell’autore, profondo conoscitore dell’animo umano.

Il percorso del “deserto della contemplazione” e quello del “deserto degli stracci”, magari vissuti anche per un solo periodo ma intensamente, sono piste che illuminano il cuore di chi cerca verità e profondità di vita spirituale.

Spinte forti in questa direzione spirituale provengono oggi anche da papa Francesco, un esempio di persona che assomma in sé esperienze proprie dei due percorsi. Nella sua compassione per i poveri si manifesta una profonda intimità precedente col Dio del deserto, col “profumo del deserto”… Per questo, la premessa dell’autore al suo libro (“Premessa. I gemiti dell’anima”, pp. 9-22), insieme forse a qualche pagina del testo stesso, potevano essere rielaborate rispetto alla prima edizione del 2010.

Dal 2013 in poi sono cambiate molte cose anche nella Chiesa presa di mira – giustamente – da Gonella. Papa Francesco è oggi guida sicura e luce luminosa per chi vuol percorrere entrambi i percorsi dei due deserti: contemplazione e compassione. I suoi gesti e alcune sue espressioni sui poveri quale “carne di Cristo” sono molto profondi, da contemplativo nell’azione, e in piena sintonia col sentire di Gonella.

  • Giorgio GonellaNel deserto il profumo del vento. Sulle tracce di Dio tra solitudine e prossimità. Prefazione di Arturo Paoli, EDB, Bologna 2020, pp. 200, € 18,50, ISBN 978-88-10-20484-9.
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