Il premio. Nobel per la Medicina ai genetisti che hanno svelato i misteri del bioritmo

Perché lavoriamo meglio al mattino mentre facciamo più fatica a concentrarci nel pomeriggio, quando invece le nostre capacità fisiche raggiungono le loro massime prestazioni? Perché dormiamo di notte e siamo svegli durante il giorno? In mattinata il livello di cortisolo, un ormone che stimola l’organismo, raggiunge il suo massimo: le nostre prestazioni intellettuali e la memoria raggiungono l’apice della loro funzioni. Il pomeriggio è il momento della giornata in cui la temperatura corporea aumenta naturalmente, aiutando cuore e polmoni a sviluppare la loro massima efficienza. Per questo il corpo riesce a fornire le massime prestazioni durante l’attività fisica. Di notte poi la melatonina, l’ormone del sonno, viene abbondantemente prodotta per favorire l’addormentamento, mentre il suo rilascio viene bloccato nelle prime ore del mattino, in modo da permettere il risveglio fisiologico.

Tutto questo non è casuale. Dipende dai meccanismi molecolari che regolano i nostri ritmi circadiani, a loro volta controllati con precisione “svizzera” dal nostro orologio biologico interno, che regola i ritmi del sonno, il comportamento alimentare, il metabolismo, la temperatura corporea, la pressione sanguigna e i battiti del cuore. La scoperta delle basi biologiche di questa perfetta organizzazione periodica, essenziale per il buon funzionamento degli esseri viventi e fondamentale per la salute dell’uomo, è la motivazione con la quale il Premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina è stato quest’anno assegnato a tre genetisti statunitensi: Jeffrey C. Hall, 72 anni, e Michael Rosbash, 71 anni, che attualmente insegnano alla Brandeis University nel Maine, Michael Y. Young, 68 anni, della Rockefeller University di New York.

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