Il premio. È Aminetou Ely la donna dell’anno 2019

Mauritania, è stata costretta a sposarsi a 13 anni, ma ha fondato un’associazione che aiuta donne vittime di violenze e schiavitù. L’assegnazione del riconoscimento oggi al teatro Splendor di Aosta

È Aminetou Ely la donna dell'anno 2019

Avvenire

È Aminetou Ely la vincitrice della ventunesima edizione del Premio internazionale “La Donna dell’Anno”: mauritana, è stata costretta a sposarsi a soli 13 anni. Nonostante le drammatiche condizioni sociali del suo Paese, ha fondato l'”Associazione delle Donne Capi Famiglia” (AFCF), contro le violenze domestiche e sessuali, il lavoro domestico delle minorenni, la schiavitù, il razzismo, l’esclusione, la tratta e il matrimonio precoce, la povertà; assiste legalmente donne vittime di violenze e opera per l’alfabetizzazione. La vincitrice ha ricevuto un contributo economico di 20 mila euro, che è vincolata a impiegare nel completamento del progetto per cui è stata selezionata.

La consegna è avvenuta stasera ad Aosta, al teatro Splendor, nel corso di una cerimonia presentata dal direttore artistico Paola Corti insieme con le due madrine di questa edizione: Barbara Biasia e Milena Béthaz, due donne esempio di resilienza, il tema scelto per l’edizione 2019 del premio.

Il premio, promosso dal Consiglio regionale della Valle d’Aosta con il patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei deputati, della presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per le Pari opportunità, e del ministero degli Affari esteri e della cooperazione Internazionale, in collaborazione con il Soroptimist international club Valle d’Aosta, con Donna Moderna in qualità di media partner e con il contributo della Fondazione CRT.

La giuria del premio, presieduta dalla Presidente del Consiglio della Valle d’Aosta Emily Rini ha motivato con queste parole la sua decisione: «Una bambina di dieci anni ha fatto una scelta, che non rinnegherà mai. Nessuno può fermare la sua lotta: né la sua famiglia, né i governi, né l’oscurantismo religioso. La resilienza di Aminetou è incisa nel suo codice genetico e si rinnova ad ogni suo respiro. Aminetou non ascolta l’eco delle tradizioni ataviche che consentono la schiavitù e le spose-bambine, ma soltanto i valori a cui dedica ogni istante della sua vita. Tanto che oggi quella bambina è diventata uno dei punti di riferimento per le donne della sua amata Mauritania».

Le finaliste del premio con l'organizzatrice dell'iniziativa

Le finaliste del premio con l’organizzatrice dell’iniziativa

Le finaliste

Anche quest’anno è stato coinvolto attivamente il pubblico, che ha potuto votare via web la propria finalista preferita per l’attribuzione del “Premio popolarità”, del valore di 15 mila euro. A vincerlo, con l’82% di preferenze, è stata Cacilda Massango: mozambicana, si è scoperta sieropositiva e madre di una bambina malata. Attivista di “Eu Dream” in Mozambico, movimento in difesa del diritto alla salute e all’accesso gratuito alla terapia per i malati di Aids, ha sostenuto centinaia di donne affette da Hiv aiutandole a ritrovare un loro ruolo centrale nella famiglia e nella società e promosso il diritto alle cure per i loro bambini, spesso dimenticati. Riprendendo gli studi e acquisendo competenze tecnico scientifiche anche di alto livello, ha contribuito a diffondere una nuova cultura di valorizzazione e di crescita della donna in un contesto spesso difficile.

La terza finalista, cui sono andati 10 mila euro, è stata Francesca Faedi, astrofisica marchigiana, si è dedicata in particolare alla ricerca e allo studio di pianeti extrasolari, rivoluzionando la ricerca scientifica, prima basata solo sulle osservazioni del nostro sistema solare. Si è dedicata all’esplorazione spaziale, contribuendo a scoprire pianeti che sono diventati target preferenziali per studi atmosferici intensi ed ha scoperto pianeti di dimensioni minori. Fortemente impegnata nel sensibilizzare le giovani donne allo studio di materie scientifiche, svolge azione di formazione nelle scuole. Una parte importante del suo lavoro consiste nella divulgazione scientifica, all’estero e in Italia.

La menzione speciale

È stato poi consegnato il premio Soroptimist international club Valle d’Aosta, che ammonta a 3 mila euro, ad Elisabetta Iannelli, avvocato e vicepresidente di Aimac (Associazione italiana malati di cancro parenti e amici). Questa la motivazione: «A 25 anni le diagnosticano un tumore inguaribile ed Elisabetta inizia la sua sfida con un giuramento: “Il cancro ha cambiato la mia vita, io cambierò la vita con il cancro”. Tante le difficoltà, tante le paure, tanti i momenti di ansia e di disperazione, tanta la rabbia per quello che il tumore non le ha permesso di vivere, ma fortissime sempre la voglia e la determinazione a trasformare questa vita in energia di cambiamento per migliorare la qualità dell’esistenza non solo per se stessa ma per tutti i malati di tumore. Elisabetta oggi può affermare di aver vissuto, vissuto intensamente. La vita con il cancro e dopo il cancro è possibile perché la vita è bellissima sempre! Una testimonianza forse difficile da capire ma in cui bisogna credere!» Ma i riconoscimenti non sono finiti: anche il settimanale “Donna Moderna” ha assegnato una targa speciale ad Elisabetta Iannelli.