Il papa per la prima volta risponde alle accuse di Viganò su McCarrick: “Non sapevo nulla, altrimenti non avrei taciuto”

Il papa per la prima volta risponde alle accuse di Viganò su McCarrick:

huffingtonpost.it

Riparte negli Stati uniti il “caso McCarrick”,  con un Rapporto Figuereido (dal nome del monsignore che l’ha scritto) di dieci pagine pubblicato dal sito cattolico Crux e questa volta con documenti che chiamano in causa il vertice della curia vaticana, a cominciare dal Segretario di Stato Pietro Parolin (che in base alla corrispondenza pubblicata avrebbe trattato con McCarrick ripetutamente nel corso degli anni  il “dossier Cina”, giunto alla firma di un accordo preliminare per la nomina dei vescovi ) e soprattutto, di nuovo, Papa Francesco.

Riparte, cioè una sfida frontale per il Pontificato di Francesco, che in un’ intervista concessa alla giornalista Valentina Alazraki, della rete messicana  Televisa , (registrata nei giorni scorsi, ma resa nota dal Vaticano un’ora dopo che era iniziato il lancio delle nuove rivelazioni su McCarrick ) per la prima volta ha parlato della vicenda .

Papa Francesco dopo quasi un anno ha infatti rotto oggi il silenzio sulle accuse dell’ex Nunzio negli Stati Uniti, Carlo Maria Viganò, che con una lettera choc aveva accusato alla fine di agosto 2018 il pontefice di avere taciuto sulla gravità del comportamento dell’ex cardinale McCarrick (abusi su minori e seminaristi).   

Nel comunicato di 111 pagine Viganò affermava che lui stesso, in un’udienza all’inizio del pontificato, lo aveva messo al corrente della pedofilia di McCarrick, ma il Papa inizialmente non avrebbe fatto nulla perché si trattava di un cardinale progressista suo amico e finanziatore di tanti progetti. Il Papa adesso risponde e accusa indirettamente Viganò di aver mentito.

 “Di McCarrick non sapevo nulla, naturalmente, nulla. L’ho detto diverse volte, non sapevo nulla. Voi sapete che io di McCarrick non sapevo nulla, altrimenti non avrei taciuto. Il motivo del mio silenzio è stato prima di tutto che le prove erano lì, vi ho detto: giudicate voi. È stato davvero un atto di fiducia. E poi, per quello che vi ho detto di Gesù, che nei momenti di accanimento non si può parlare, perché è peggio. Tutto va a sfavore. Il Signore ci ha indicato questo cammino e io lo seguo”.

 Il Papa prosegue: “Il (mio, ndr) silenzio di questi mesi è un modo di parlare. In quel caso ho visto che Viganò non aveva letto tutta la lettera, allora ho pensato che confidavo nell’onestà dei giornalisti e ai quali ho detto: Guardate, qui avete tutto, studiate e traete voi le conclusioni. E questo hanno fatto, perché il lavoro l’hanno fatto, e in questo caso è stato fantastico. Ho fatto molta attenzione a non dire cose che non erano lì ma poi le ha dette, tre o quattro mesi dopo, un giudice di Milano quando ha condannato Viganò”.

Il Papa in questo passaggio fa riferimento a un processo civile contro Viganò per una vicenda legata alla ripartizione dell’eredità di famiglia di cui chi scrive per prima reso conto sul Corriere della Sera, già nel marzo 2013, e poi in esclusiva per Huffpost il 14 novembre 2018.

“Ho taciuto – ha spiegato il Papa – perché avrei dovuto gettare fango. Che fossero i giornalisti a scoprirlo. E voi l’avete scoperto, avete trovato tutto quel mondo. È stato un silenzio basato sulla fiducia in voi. Non solo, ma vi ho anche detto: tenete, studiatelo, è tutto. E il risultato è stato buono, meglio che se mi fossi messo a spiegare, a difendermi. Voi giudicate prove alla mano. C’è un’altra cosa che mi ha sempre colpito: i silenzi di Gesù. Gesù rispondeva sempre, anche ai nemici quando lo provocavano, “si può fare questo, quello”, per vedere se cadeva nella provocazione. E lui in quel caso rispondeva. Ma quando divenne accanimento il Venerdì santo, l’accanimento della gente, tacque. Al punto che lo stesso Pilato disse: “Perché non mi rispondi?”. Ossia, di fronte a un clima di accanimento non si può rispondere. E quella lettera era un accanimento, come voi stessi vi siete resi conti dai risultati. Alcuni di voi hanno persino scritto che era pagata, non so, non mi risulta però”.

L’ex Nunzio e tutta la galassia tradizionalista degli oppositori di Francesco avevano chiesto addirittura le dimissioni del Papa Bergoglio perché sarebbe stato a conoscenza delle sanzioni disciplinari disposte da Benedetto XVI all’ormai ex cardinale, che è stato spretato proprio da Francesco all’inizio del 2019.  

A distanza di nove mesi  oggi viene  pubblicato-  questa volta negli Usa un nuovo documento ( il Rapporto Figuereido) dal nome dell’ex segretario di McCarrick  che per diciannove anni è stato il suo trait d’union con la Curia e che lo messo insieme. Dieci cartelle  disponibile su un apposito un sito internet. Lo scopo dichiarato della pubblicazione di email, lettere, è di fare chiarezza, di seguire l’indicazione di Papa Francesco nel recentissimo Motu Proprio “Voi estis lux mundi” in cui si impone l’obbligo di denuncia per gli abusi e per l’occultamento. Di “seguire il cammino della verità ovunque  possa portare”. Ma è fin troppo chiaro dove si vuole arrivare, cioè a Francesco. Curiosamente non c’è un singolo documento citato che si riferisca agli anni in cui è stato Nunzio Viganò. E l’intenzione  è anche quella di influire sull’ormai prossima, Assemblea dei vescovi americani chiamati a definire le nuove linee guida per la lotta agli abusi, che si riuniranno dal’11 al 14 giugno prossimi.

Le principali novità contenute nel Rapporto Figuereido sono che effettivamente il 22 agosto del 2008 vennero imposte sanzioni disciplinari da parte di Papa Benedetto XVI contro McCarrick come dimostra una lettera del cardinale Re, allora Prefetto della Congregazione dei vescovi. Di queste sanzioni sarebbe stato a conoscenza l’ex cardinale di Washington Wuerl, coinvolto  personalmente nel cambiamento della residenza del cardinale. McCarrick non avrebbe più dovuto svolgere azioni pubbliche , viaggi e gli fu impedito di venire in Vaticano, ma già l’anno dopo risulta che si recò a Roma per un incontro all’APSA  e vide papa Benedetto nel 2010. Nel giugno del 2012, ritornò  per la prima dopo cinque anni in Cina. Viaggiò in lungo in largo in Medioriente, Thailandia e Myanmar e in altre decine di Paesi per  conto della Chiesa Cattolica e il 13 gennaio 2012 McCarrick viene citato come possibile latore di un messaggio a Benedetto XVI in una lettera scritta dall’allora Presidente degli Stati Uniti Barack Obama.

Vengono poi pubblicate le lettere di McCarrick a Papa Francesco dopo la visita negli Usa del 2015 , nel gennaio e nel febbraio del  2016. Seguono le comunicazioni con la Segreteria di Stato e in particolare con il cardinale Parolin in particolare in relazione alla Cina, ma anche all’Iran e alla Terra Santa.

È proprio il lungo rapporto con la Cina il dato geostrategico più sensibile vista anche l’attuale posizione dell’Amministrazione americana di Donald Trump.

Del resto Francesco l’ha confessato nell’intervista a Televisa :“Il mio sogno è la Cina. Voglio molto bene ai cinesi”. Alla domanda ‘Vuole andare in Cina?‘, il Pontefice risponde: “In Giappone. Con la Cina le relazioni sono molto buone, molto buone. Con l’accordo che c’è stato… L’altro giorno sono venuti da me due vescovi cinesi, uno che veniva dalla Chiesa nascosta e l’altro dalla Chiesa nazionale. Già riconosciuti come fratelli, sono venuti qui a visitarci. È un passo importante questo. Sanno che devono essere buoni patrioti e che devono prendersi cura del gregge cattolico”.