Il fenomeno. Nell’America del nuovo boom cresce l’esercito degli invisibili

Il risveglio in strada a Los Angeles, che di notte diventa una tendopoli

Il risveglio in strada a Los Angeles, che di notte diventa una tendopoli

Ogni notte negli Stati Uniti più di mezzo milione di persone non ha una casa dove andare a dormire. E il loro numero continua ad aumentare. Dopo sette anni di declino, la popolazione dei senzatetto americani è cresciuta per il secondo anno consecutivo. Ma la loro concentrazione in pochi Stati ha reso la loro presenza in una manciata di città quasi ubiqua.

A Los Angeles, a New York, a Portland, in Oregon, ad esempio, sembrano essere ovunque, in luoghi vecchi e nuovi, su scatole di cartone o sulla terra nuda dei parchi, sotto ponti e alberi, gli effetti personali raccolti in sacchetti di plastica che simboleggiano le loro vite in movimento. Molti sono finiti per le strade solo di recente, vittime della stessa prosperità che ha trasformato le città della West Coast americana, facendo impennare gli affitti a livelli da record.

Anche se l’economia Usa è forte, la ripresa ha ormai toccato la maggior parte delle categorie demografiche e la disoccupazione è ai minimi da mezzo secolo, la disuguaglianza cresce ad un ritmo allarmante e i benefici della crescita sono sempre più concentrati in un numero esiguo di mani. Un rapporto del Dipartimento Usa per l’edilizia abitativa e lo sviluppo urbano ha rilevato che, oltre ai 553mila senzatetto, per ogni 10mila persone negli Stati Uniti, 17 hanno hanno passato almeno una notte all’addiaccio nel 2018. I declini in 30 Stati sono dunque compensati da picchi in altre parti, con la California (dove sono aumentati di quasi il 14 per cento in un anno), l’Oregon e lo Stato di Washington tra le peggiori. Non sorprende che il problema sia molto più visibile nelle aree urbane e che oltre la metà dei senzatetto viva in una delle 50 più grandi città del Paese.

Quasi un quarto di tutte le persone che dormivano in condizioni precarie lo faceva sia a New York che a Los Angeles. La città californiana, dove la situazione è stata descritta come senza precedenti, ha più di 50mila persone senza casa, di cui i tre quarti non ha accesso a luoghi protetti. Ma il primato dei senza casa spetta a New York, che ne conta circa 75mila. Le aree metropolitane stentano a trovare risposte al problema, dovendo fare i conti con un numero sempre più limitato di alloggi, soprattutto a prezzo abbordabile. In media, circa due terzi delle persone senzatetto riescono a trovare sistemazioni temporanee in rifugi e comunità, mentre un terzo vive letteralmente per strada, in edifici abbandonati o altri luoghi precari. «Noi sappiamo quello che dobbiamo fare, dobbiamo fare progressi sul fronte dell’edilizia a basso costo», ha detto Steve Berg, vice presidente della National Alliance to End Home-lessness, denunciando che il governo federale e le amministrazioni statali non fanno abbastanza. «Anziani e minoranze sono colpiti in modo sproporzionato – conclude – questo è un problema che in una società come l’America non dovremmo avere». Se l’aumento (sebbene leggero) è recente, le sue cause sono evidenti da tempo.

I tagli da parte del governo federale a programmi abitativi a prezzi accessibili e a strutture per la salute mentale negli ultimi decenni hanno aiutato a gettare molti per strada a livello nazionale perché le autorità locali non sono state in grado di colmare le lacune. E il futuro non sembra promettente. La tendenza delle politiche federali dell’Amministrazione di Donal Trump sono state di tagliare, per quanto possibile, i vari benefici per l’alloggio e la salute. Per la maggior parte degli esperti, dunque, il peggio non è ancora arrivato.

da Avvenire