Il coraggio della pace va cantato e usato ora

lettera e risposta ad Avvenire

Gentile direttore,
lei è molto attento a quanto i lettori le scrivono, ma la immagino anche molto impegnato. Perciò sarò breve: una foto e una canzone a confronto. La foto è quella di papa Francesco e del patriarca Bartolomeo che di lì a pochi giorni sarebbero andati insieme in Egitto. Lei la scelse per l’apertura di prima pagina di “Avvenire” del 19 aprile 2017 e la corredò con il titolo «Il coraggio della pace». Me la mandò un amico, Daniele, su Facebook e mi scrisse scherzosamente: «Fatti pagare i diritti d’autore». Risposi: «Ahà. Vedo: c’è un titolo in prima pagina come (forse) la mia “Il Coraggio della Pace”, la canzone scritta per svago, denuncia e magari, a volte, profezia. il testo, lo sai, è del febbraio 2007. Daniele: chi mandiamo dal Papa a dirglielo?». In effetti, il Papa usò proprio questa espressione in Terra Santa nel 2014, ma chissà quanti altri lo hanno fatto nel corso dei secoli! Intuire anzitempo e scrivere qualcosa senza plagio, saprei spiegarmelo. Ma avere qui sotto un suo breve commento, allargherebbe la mente. La saluto cordialmente
Enzo Cianci

Che cosa posso dire se non che, proprio ora e proprio qui, abbiamo bisogno di sempre più persone – ricorro alle sue parole, gentile Enzo Cianci – che “usino” il loro coraggio per fare pace? Come? Scuotendo le coscienze alla scuola dei Papi e di questo amato papa Francesco, mettendo insieme parole e musica proprio come fa lei, spendendo vita e intelligenza come fanno tanti, rinunciando a usare in qualunque modo le proprie mani e braccia per uccidere. Anche solo tenendole conserte davanti alla disumanità e all’ingiustizia. Pura e semplice profezia in atto: senza presunzione, con dedizione.