Il cardinale Ruini ha celebrato i funerali di Francesco nella chiesa di San Prospero

REGGIO EMILIA. Non mancava nessuno ieri nella basilica San Prospero per i funerali di Francesco Vallery, morto a 41 anni, tradito da una mareggiata, lunedì scorso a Roccamare di Castiglione della Pescaia, in provincia di Grosseto. A celebrare la messa, il cardinale Camillo Ruini. Toccanti le parole di Ruini, animate da un sincero sentimento di partecipazione vista la conoscenza con Vallery e grazie al legame di Francesco con la pastorale giovanile della diocesi romana. «Un dolore grande si è abbattuto sulla nostra comunità – ha detto Ruini durante l’omelia -. Un uomo giovane che aveva fiducia nella Parola ci ha lasciato ed ora, nella nostra vita rimane un vuoto, per alcuni di noi come Luciano, Germana e Veronica addirittura la vita sembra vuota, ma c’è un’altra verità, la verità di Cristo e di tutta la nostra Chiesa». «Francesco – ha continuato il cardinale – ha sempre avuto sete della via di Dio, con piena fede l’ha seguita; questa l’ha guidato nella sua vita prima a Reggio e poi a Roma, dove era costante la sua partecipazione alla diocesi romana. Ora la sua sete è colma perché è al cospetto del Signore».

«La speranza dei giusti è piena di misericordia – ha aggiunto Ruini – noi abbiamo delle speranze provvisorie, ma davanti a Francesco si apre una speranza che lo accompagnerà per sempre. Dal punto di vista umano la speranza era fragile, anche per i credenti. Ci si chiedeva se si interessa Dio a chi è morto. Con la resurrezione di Cristo questo cambia. Ora sappiamo che l’essere umano risorge, la resurrezione non è la fine, ma è all’amore di Dio che è qualcosa di grande e meraviglioso. Anche l’amore umano è qualcosa di molto forte, vorremmo che Francesco rimanesse sempre con noi e con questo pensiero ancora una volta mi rivolgo soprattutto a Luciano, Germana e Veronica, ma questo non è in nostro potere».

Con queste parole il cardinale Camillo Ruini ha parlato ai fedeli, ai tanti amici e ai famigliari di Francesco Vallery che si sono riuniti in basilica ed infine li ha congedati con un commiato pieno di speranza. «Consapevoli che i pensieri e le vie del Signore non sono sempre per noi pienamente comprensibili – ha concluso – affidiamo a Dio, Padre della misericordia, il nostro fratello e amico Francesco, che in modo inaspettato la morte ha strappato al nostro affetto. Il germe di vita da lui ricevuto nel battesimo in questa chiesa fiorisca ora pienamente nell’amore del Padre che è nei cieli. Quando il Figlio dell’uomo verrà e busserà alla porta possa trovare ciascuno di noi vigilante nella preghiera, perseverante nel bene, operoso nella carità».

Ginevra Del Bene Errico

Gazzetta di Reggio

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