Il biglietto senza Natività

di Assunta Steccanella | 23 dicembre 2014 
Nella cartoleria l’«area natalizia» era ben fornita, ma… È vero, non posso risolvere nulla, però posso fare qualcosa. La mia parte

Come al solito, mi sono presa all’ultimo…

Certo, il senso del Natale non è nella corsa ai regali, però i miei nipoti li vedo poco, vengono a pranzo da me e mi sembra bello che abbiano almeno un pacchettino da scartare. Entro in una cartoleria storica di un grosso centro vicino a casa mia. Locali rinnovati, merce esposta in bellissimo ordine, ‘area natalizia’ assai ben fornita… Cerco dei bigliettini con i quali accompagnare il mio dono, che siano adatti a due preadolescenti, quindi non troppo seriosi, ma che mi aiutino a riportare in primo piano ciò che davvero conta, in questo giorno speciale.

Uno sguardo veloce ai numerosi espositori… questo no, questo no… ma mi pare impossibile, mi sarà sfuggito… torno a fare il giro, con più calma. Mio marito mi canzona un poco: “Non ti sembra di fare troppo la difficile? Sono solo due biglietti di auguri”. Gli chiedo di pazientare ancora. E quando ho verificato per bene, lo prendo sotto braccio e ce ne andiamo fuori. Senza biglietti.

Sono stata sfortunata? Ho sbagliato cartoleria? In tutto il negozio ho trovato auguri decorati con babbinatale, alberistellati, nanettidibiancaneve, pallineefestoni, pacchettiestrenne, renneeslitte finchè se ne vuole.
Ma nessun biglietto natalizio con un’immagine della Natività. Neppure mediata attraverso l’arte, o stilizzata e ingenua. Neanche un’allusione, nulla di nulla.

Ho il cuore e la testa in subbuglio. A volte sono episodi in sé quasi insignificanti a dischiudere orizzonti impensati. Stasera ho avuto la percezione fisica della concretezza di un fenomeno di cui si parla da tempo, soprattutto tra sociologi della religione e teologi: l’esculturazionedel cristianesimo. Questa parola, ostica almeno quanto il suo significato, indica la scomparsa nel sentire comune di quei legami di affinità tra la nostra cultura e la tradizione cristiana di cui le ricorrenti polemiche sui simboli cristiani nei luoghi pubblici (un’altra scuola che abolisce il Presepe…) sono solo il segnale più rumoroso.

“Che cosa posso fare?”. Concludo così il mio sfogo, con mio marito che mi ha ascoltato attento e pronto come sempre a sdrammatizzare: “Non puoi farci niente: avrai anche la sindrome di Don Chisciotte ma questo mulino a vento è troppo grosso anche per te!”

È vero, non posso risolvere nulla, però posso fare qualcosa. La mia parte.

Il giorno di Natale ai miei nipoti posso raccontare una Storia.

 

vinonuovo.it

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