I sopravvissuti della Shoah in difesa di 400 bambini immigrati

 Tel Aviv, 10. L’organizzazione internazionale che raccoglie il maggior numero di sopravvissuti della Shoah ha espresso il proprio rammarico contro la decisione del Governo Netanyahu di espellere da Israele quattrocento bambini di età inferiore a cinque anni, tutti figli di immigrati clandestini o temporanei, in virtù delle nuove normative sull’immigrazione. "Guardare gli occhi e le lacrime di questi bambini non può lasciare indifferenti i superstiti e i bambini della Shoah", si legge in un appello indirizzato dai sopravvissuti al premier israeliano. Secondo la lettera, l’espulsione rappresenterebbe un’offesa ai principi "dello Stato di Israele, fondato sull’anima e sulla coscienza ebraica, ed è inconcepibile che il Governo di uno Stato ebraico si comporti in modo così inumano". I sopravvissuti deplorano in particolare le norme che minacciano di colpire "bambini miseri" e che impongono di separarli dai genitori, ricordando "la separazione fra genitori e figli sperimentata nei campi di sterminio". Dal provvedimento sulle espulsioni – approvato a maggioranza dal Consiglio dei ministri israeliano – si è dissociato nei giorni scorsi anche il ministro della Difesa, Ehud Barak, capofila della minoranza laburista in seno all’Esecutivo. Ieri il titolare dell’Interno, Eli Yishai, leader dello Shas, ne ha difeso il contenuto in Parlamento. Yishai ha dichiarato che è ora di "mettere i bambini sugli aerei". Obiettivo? Rimpatriarli. (©L’Osservatore Romano – 11 agosto 2010)