I ministeri non consacrati

«Al fine di servire le funzioni del sacerdozio comune dei fedeli, vi sono inoltre altri ministeri particolari, non consacrati dal sacramento dell’Ordine, la cui funzione è determinata dai vescovi secondo le tradizioni liturgiche e le necessità pastorali» (Catechismo, 1143).
Una consapevolezza più chiara della molteplicità ministeriale del popolo di Dio è uno dei tratti che hanno maggiormente caratterizzato il cammino recente della comunità cristiana. L’impulso è venuto dal Vaticano II, che ha invitato a cogliere in essa la perenne azione con la quale lo Spirito guida la Chiesa «alla pienezza della verità (cf Gv 16,13), la unifica nella comunione e nel ministero, la provvede e dirige con diversi doni gerarchici e carismatici, la abbellisce dei suoi frutti (cf Ef 4,11-12; 1Cor 12,4; Gal 5,22)» (Lumen Gentium, 4). Decisiva è stata anche la necessità di far fronte a urgenze pastorali, rese acute dalla mancanza di vocazioni sacerdotali. Le forme tradizionali di ministerialità si sono così arricchite di altre espressioni, riguardanti non solo l’impegno evangelizzatore e caritativo, ma anche l’ambito liturgico e sacramentale. Occorre ringraziare lo Spirito per questo rinnovamento della ministerialità dell’intero popolo di Dio. Occorre però anche il discernimento da parte dei Pastori perché essa si attui in fedeltà allo Spirito e al servizio effettivo del popolo di Dio. Valgono per ogni celebrazione liturgica quanto Benedetto XVI ricordava per quella eucaristica: «La bellezza e l’armonia dell’azione liturgica trovano una significativa espressione nell’ordine con cui ciascuno è chiamato a partecipare attivamente. Ciò comporta il riconoscimento dei diversi ruoli gerarchici implicati nella celebrazione stessa… Soprattutto non giova alla causa della partecipazione attiva dei fedeli una confusione che venisse ingenerata dalla incapacità di distinguere, nella comunione ecclesiale, i diversi compiti spettanti a ciascuno» (Sacramentum caritatis, 53). Sarà allora più facile comprendere che «nella celebrazione dei sacramenti, tutta l’assemblea è “il liturgo”, ciascuno secondo la propria funzione, ma nell'”unità dello “Spirito” che agisce in tutti» (Catechismo, 1144).

avvenire.it