I concerti digitali moda o vera svolta?

Vedere un concerto in digitale come non l’abbiamo mai visto. Scegliendo noi l’inquadratura che preferiamo e muovendoci anche dietro le quinte, per curiosare nei camerini degli artisti e “incontrare” le star prima che salgano sul palco. Il tutto stando comodamente seduti in casa o in ufficio o attraverso uno smartphone.Non parliamo solo dei concerti in streaming, esplosi durante il periodo del lockdown e trasmessi dalle case degli artisti, ma di show digitali ben più articolati e tecnicamente complessi. A far brillare gli occhi di tanti è il record del gruppo musicale BTS, che ha raccolto 20 milioni di dollari per uno show virtuale. Magari ci sbagliamo ma, per ora, ci sembra sia un caso a sé. Eppure sono tanti i segnali che indicano un interesse concreto degli investitori per gli spettacoli in streaming.In Italia ci provano con “Heroes”, un concertone in streaming che si terrà domenica 6 settembre dall’Arena di Verona. Il titolo, Heroes, cioè “eroi” è dedicato al personale sanitario che si è speso (e si spende) nella lotta contro il Covid19. Il ricavato invece andrà ai lavoratori del mondo dello spettacolo, duramente colpiti (come molte altre categorie) dalla pandemia. Heroes viene pubblicizzato come «il primo grande concerto italiano ideato per la fruizione in streaming». Cioè da vivere tutto in digitale. «Verrà trasmesso attraverso l’innovativa piattaforma A–LIVE, che permette un elevato grado di interazione fra artista e pubblico, e su www.Futurissima.net». Il costo del biglietto è di 9,90 euro. Sul palco si alterneranno 34 artisti. Dimenticate Vasco Rossi, Ligabue, Jovanotti eccetera. In scena ci saranno personaggi come Achille Lauro, Afterhours, Brunori Sas, Coez, Diodato, Elodie, Eugenio in via di Gioia, Fedez, Mahmood, Marlene Kuntz, Marracash, Pinguini Tattici Nucleari, Salmo, Shiva, Tommaso Paradiso e tanti altri.Sorvoliamo su qualunque giudizio artistico del cast per concentrarci su altro. È cioè: è davvero questo il futuro della musica? Mentre cerchiamo una risposta, arriva la notizia che l’inventore della piattaforma A–LIVE che ospiterà proprio “Heroes”, parteciperà il 16 settembre in diretta sui canali social dell’Università Cattolica a un webinar dal titolo molto eloquente: «I concerti in streaming: come funzionano (e perché non possono sostituire il live)» (cioè, aggiungiamo noi, gli spettacoli “veri”).Messa così però è un po’ troppo semplice. Il fatto che i concerti in streaming non sostituiranno quelli reali non significa che da qui ai prossimi anni non si ritaglieranno una fetta (anche importante) di mercato.La piattaforma Twitch, che da tempo non ospita soltanto videogiochi e videogiocatori, ci crede e sta stringendo accordi sempre più importanti con l’industria musicale. Dal canto suo Apple, sta facendo qualcosa di simile attraverso Platoon. Mentre, come ricorda Tech Crunch, «eMusic ha appena annunciato una partnership con 7Digital per lanciare la piattaforma eMusicLive, che ospiterà esibizioni dal vivo. Mentre Rhapsody, che possiede Napster, è stata acquisita dalla startup di performance musicali immersive MelodyVR, che ha costruito un business attorno a concerti virtuali». Nel frattempo Spotify, cioè la piattaforma numero uno di musica in digitale, sta testando una sezione dedicata agli show virtuali.Resta una domanda: quanto gli spettacoli virtuali, con la loro capacità di coinvolgere sempre più gli spettatori (magari portandoli, grazie alla tecnologia, perfino sul palco, accanto ai loro beniamini) finirà con il condizionare anche gli show “reali”?

Avvenire