Guardini ha allargato i confini della teologia

La Scuola di Alta Formazione Filosofica di Torino avvia un gemellaggio con la Fondazione “Romano Guardini” di Berlino, parla il prof. Ugo Perone
Redazione – vaticaninsider
Roma

In occasione XII Ciclo di seminari, cui è invitato il filosofo e sociologo Hans Joas, che lunedì 7 ottobre alle 18, presso il Circolo dei Lettori di Torino (via Bogino 9), terrà una lectio magistralis intitolata: Potere politico e interpretazione religiosa. Sacralizzazione e desacralizzazione.

Il professor Ugo Perone, fondatore della SdAFF e attuale titolare della Cattedra “Romano Guardini” sostenuta dall’omonima Fondazione berlinese, parla di Guardini.

Romano Guardini è uno dei teologi cattolici più importanti dello scorso secolo, ma in realtà, forse, riflettendo sui suoi lavori e sulla sua presenza, la sua importanza non è nemmeno strettamente disciplinare: altri teologi cattolici, che hanno avuto una relazione con Guardini, come per esempio Karl Rahner, che è stato il suo successore, o Hans Urs Von Balthazar, dal punto di vista strettamente teologico sono probabilmente più importanti, hanno dato un contributo che resta nella storia della teologia forse più di quello di Guadini.

L’importanza di Romano Guardini è nella multidisciplinarietà del suo approccio: non si è occupato solo di teologia, si è occupato esplicitamente di filosofia, si è occupato moltissimo anche di letteratura, ha scritto su Dante, su Rilke, su Dostoevskji… Ovvero, Guardini ha “sfondato” i confini disciplinari della teologia mettendola in dialogo con altre forme della cultura moderna.

Questo è stato probabilmente il suo maggior pregio, quello che ne ha fatto un maestro che attirava vere e proprie folle di studenti, anche di appartenenze confessionali o religiose molto diversificate, e che ne ha fatto un nodo culturale importante della Germania.

Intorno a Guardini probabilmente non sappiamo nemmeno tutto, ma molti temi legati alla dimensione politica, al futuro dell’Europa, sono stati dibattuti. Guardini si trova a un incrocio in cui i suoi discepoli, nel senso più ampio possibile della parola “discepoli”, ossia non solo coloro che seguono il suo pensiero, ma quelli che l’hanno ascoltato e ne sono stati influenzati, hanno poi innervato settori molto diversi, a volte con ispirazioni non strettamente omogenee, ma con uno spirito di dialogo e apertura.

La rivista della Fondazione “Guardini” si chiama “Trigon”, un antico gioco triangolare: l’idea che sta dietro è quella del rapporto tra filosofia e teologia da una parte, arte da un’altra e scienza da un’altra ancora, quindi un classico gioco dell’interdisciplinarietà e del dialogo.